Liceo del Made in Italy, la Valle d’Aosta resta per ora alla finestra

"Il decreto è arrivato soltanto a dicembre e abbiamo preferito attendere una riforma più ampia per fare una riflessione più approfondita sul tema" spiega la Sovrintendente agli studi Marina Fey
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La Valle d’Aosta per ora sta a guardare. Nessuna richiesta di attivazione del Liceo del Made in Italy, iniziativa voluta dal Governo Meloni, è partita infatti dalla nostra regione. A confermarlo è la Sovrintendente agli studi Marina Fey. “Il decreto è arrivato soltanto a dicembre e abbiamo preferito attendere una riforma più ampia per fare una riflessione più approfondita sul tema. Ci sembrava inoltre poco opportuno attivare un nuovo indirizzo con i percorsi di orientamento già aperti”.

Voluto dal governo di Giorgia Meloni, il nuovo indirizzo del corso di studi già esistente del liceo economico-sociale – in Valle d’Aosta presente al Maria Adelaide di Aosta e all’Isiltep di Verrès –  dovrebbe aggiungere alcune specifiche materie per valorizzare le conoscenze sui prodotti della tradizione italiana.

Il Ministero ieri ha diffuso l’elenco delle regioni e delle scuole che hanno aderito: Sicilia (17), Lombardia (12), Lazio (12), Puglia (9),  Marche (8)  Calabria (8), Abruzzo (6), Toscana (5), Liguria (3), Piemonte (3), Veneto (3), Molise (2) e 1 in Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria.

“Si tratta di un risultato importante, considerati i tempi stretti a disposizione delle scuole per avanzare le loro candidature e completare l’iter di autorizzazione. Il nuovo liceo arricchirà l’offerta della nostra scuola superiore, dando quelle risposte formative che il sistema paese richiede” sottolinea nella nota il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Sulla piattaforma Unica del Ministero dell’Istruzione sono aperte da oggi le iscrizioni al nuovo liceo per il prossimo anno scolastico.

“Il percorso del liceo made in Italy – scrive ancora il Ministero – prevede l’acquisizione, da parte degli studenti, di conoscenze, abilità e competenze approfondite nelle scienze economiche e giuridiche, all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consenta di cogliere le intersezioni tra le discipline; mira al raggiungimento degli strumenti necessari per la ricerca e per l’analisi degli scenari storico-geografici e artistico-culturali nonché della dimensione storica e dello sviluppo industriale ed economico dei settori produttivi del made in Italy; promuove il conseguimento di specifiche competenze, abilità e conoscenze riguardanti princìpi e strumenti per la gestione d’impresa, tecniche e strategie di mercato, strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del made in Italy, strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese dei settori del made in Italy e delle relative filiere”.

7 risposte

  1. La Valle d’Aosta resta alla finestra… Perché, quand’è che la politica valdostana avrebbe assunto un ruolo da protagonista in ambito nazionale?! Mai! Quindi nulla di nuovo. Aspettiamo che siano gli altri a muoversi anche per noi.

  2. Macché riflessione più approfondita, la Sovraintendente dica chiaro e tondo che nessuna scuola valdostana gradisce questo nuovo indirizzo! Che ipocrisia..

  3. Già la denominazione Made in Italy stride con il progetto autarchico, anche della lingua italiana, di questo governucolo di gente da niente

    1. Governucolo di gente da niente, ma che piace tanto agli italiani, visto che l’hanno votato! Si chiama democrazia. Termine forse sconosciuto nel dizionario della lingua comunista, ma credetemi: nella Treccani esiste!

  4. Ma infatti, la scuola deve esser seria. Basta questo, non servono iniziative demenziali tipo il liceo del made in italy

    1. Meglio il liceo fontina e vatse? Facciamo una cosa, noi valdostani: guardiamo prima a casa nostra, che ne abbiamo già fin sopra i capelli.

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