Palazzo Cogne verso la rinascita: approvata la proposta di riqualificazione per uno studentato e spazi pubblici

Via libera alla proposta arrivata nel maggio scorso da parte della Real Estate Asset Management (Ream) di Torino. Previsti uno studentato, spazi commerciali e servizi per la comunità. Investimento stimato di 14 milioni di euro.
Palazzo Cogne , sede del Ccs
Scuola

Sarà la Real Estate Asset Management (Ream) di Torino, società specializzata nell’istituzione e gestione di Fondi di investimento alternativi immobiliari, con azionisti come Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo, a occuparsi della valorizzazione di Palazzo Cogne. Il via libera alla proposta è arrivato nell’ultima seduta della Giunta regionale del 2024. I consulenti incaricati dalla Regione hanno giudicato il progetto “sostenibile”, capace di valorizzare l’immobile attraverso una gestione che garantisca la copertura dei costi di recupero, restauro, ripristino e adeguamento strutturale dell’edificio.

L’iniziativa prevede la costituzione di un fondo di investimento alternativo immobiliare dedicato alla riqualificazione dell’edificio, con una superficie complessiva di circa 8.860 metri quadrati distribuiti su quattro piani fuori terra e due interrati. Il progetto mira a trasformare Palazzo Cogne principalmente in uno studentato destinato a studenti fuori sede, visiting professor e partecipanti a convegni e Summer School dell’Università. Alcuni spazi saranno rigenerati per ospitare attività commerciali al piano terreno, come punti di somministrazione di alimenti e bevande a servizio della cittadinanza e degli studenti. Le residenze universitarie saranno suddivise tra camere singole, cluster, monolocali e camere doppie, con una prevalenza di queste ultime.

L’investimento complessivo stimato per l’intervento ammonta a circa 14 milioni di euro, di cui 12,2 milioni di euro destinati ai costi di realizzazione e 1,8 milioni di euro per soft costs e imprevisti. Secondo il business plan preliminare, la Regione beneficerà di un rendimento adeguato, grazie all’alto impatto sociale e ambientale dell’iniziativa e al profilo di redditività generato dall’immobile.

La proposta, ora approvata, sarà messa a gara, applicando il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Nel frattempo, la Regione ha autorizzato una spesa massima di 15 milioni di euro circa, suddivisa in 8.950.000 euro destinati al conferimento per la costituzione del fondo immobiliare e 6.184.948 euro finanziati attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027 (FSC).

L’alienazione-conferimento del diritto di superficie è stata subordinata a precise condizioni. Sarà necessario garantire la conservazione integrale del bene attraverso adeguate opere di manutenzione, restauro e recupero, previa autorizzazione della Soprintendenza. L’immobile potrà essere utilizzato esclusivamente per le destinazioni d’uso previste nel progetto autorizzato, senza possibilità di introdurre usi non compatibili con il carattere storico, artistico e archeologico della struttura. Inoltre, dovrà essere assicurata la pubblica fruizione del porticato principale, preservando l’accessibilità storica dell’area. Eventi culturali come le Giornate del FAI o la Settimana della Cultura dovranno includere la possibilità di organizzare visite guidate, con modalità concordate tra la proprietà e la Soprintendenza. Infine, sarà valutata l’opportunità di individuare uno spazio specifico destinato ai servizi dell’area archeologica fuori Porta Decumana, come una biglietteria o un bookshop.

Palazzo Cogne , sede del Ccs

Prosegue l’analisi della proposta arrivata per valorizzare Palazzo Cogne

2 ottobre 2024

Servirà anche un passaggio in Consiglio comunale ad Aosta per approvare una modifica, non costituente variante, al Piano regolatore, per procedere con l’iter di valorizzazione di Palazzo Cogne. Il 2 settembre scorso, come spiegato dal presidente della Regione in Consiglio regionale, la Giunta ha avviato la procedura. Nel frattempo il Governo è in attesa della valutazione formale di congruità del valore dell’immobile conferito per poter poi avviare la valutazione della sostenibilità economico-finanziaria del progetto presentato il 26 aprile scorso dalla Real Estate Asset Management (Ream) di Torino, specializzata nell’istituzione e gestione di Fondi di investimento alternativi immobiliari, che conta fra gli azionisti Fondazione Crt e Compagnia San Paolo.

“Acquisita tale valutazione  – ha aggiunto Testolin – ci sarà un’interazione formale con il proponente del progetto di valorizzazione al fine di formulare le richieste di modifica o specificazione della proposta ritenute necessarie da parte dell’Amministrazione in risposta alle quali, ricorrendone i presupposti, si potrà procedere con la dichiarazione di pubblico interesse dell’iniziativa proposta e con l’indizione della gara di evidenza pubblica per la selezione della società di gestione del risparmio che dovrà costituire e gestire il Fondo”.

Rispondendo ad un’iniziativa di Stefano Aggravi di Rassemblement Valdôtain, il presidente ha quindi ricordato come fin dal dicembre 2022 “fosse noto al pubblico l’interesse regionale all’elaborazione di proposte di valorizzazione dell’immobile”.

Nella replica Aggravi si è detto dispiaciuto come, a fronte dell’arrivo della proposta già nell’aprile 2024, non ne sia stata fatta menzione nell’audizione del 13 maggio scorso per “capire quale fosse la ratio della norma” inserita nell’assestamento di bilancio.

Palazzo Cogne , sede del Ccs

Un fondo d’investimento per valorizzare Palazzo Cogne: una società si fa avanti con la Regione

09 agosto 2024

Non ha fatto in tempo ad esser inserita come possibilità nella Legge di assestamento di bilancio, che per Palazzo Cogne una società si è già fatta avanti.
E’ il 24 maggio scorso quando la Real Estate Asset Management (Ream) di Torino, specializzata nell’istituzione e gestione di Fondi di investimento alternativi immobiliari, che conta fra gli azionisti Fondazione Crt e Compagnia San Paolo, fa avere alla Regione, una proposta per la riqualificazione di Palazzo Cogne. Per l’immobile “monumento”, attualmente inserito nel piano delle dismissioni e valorizzazioni, la Regione ha deciso nei mesi scorsi che diventerà la sede dello studentato della Nuova Università della Valle d’Aosta, che aprirà a settembre. Una volta ristrutturato, potrà accogliere 70 ragazzi con circa 2000 m² di superficie. Qui  troveranno spazio però anche associazioni e attività commerciali, come confermato in Consiglio regionale dal Presidente della Regione.
Un progetto cofinanziato dallo Stato 6,1 milioni di euro nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. Soldi arrivati in Valle d’Aosta nel gennaio scorso con la visita dalla Premier Giorgia Meloni. I restanti 9 milioni verranno messi dalla Regione.

Nell’assestamento di bilancio, approvato nel giugno scorso, dal Consiglio regionale sono arrivati i dettagli di tutta l’operazione. L’investimento verrà realizzato “mediante la costituzione e la partecipazione in un fondo di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso per l’attuazione degli interventi e la gestione dell’immobile”. La Regione parteciperà al fondo “in parte mediante conferimento del diritto di superficie dell’immobile per la durata massima di 65 anni e, per la parte restante, mediante sottoscrizione delle quote in denaro, per un importo complessivo di 9.000.000 euro”.

Delineato il percorso e avendo già in mano una proposta di “parteneriato atipico”, la Regione ha ora chiesto un supporto tecnico – legale e amministrativo specialistico, per la strutturazione dell’operazione. Lo studio legale di Milano scelto dalla struttura programmazione edilizia dovrà fra l’altro redigere un parere contenente un giudizio sulla fattibilità dell’operazione, prevista da un decreto del 2011 e che in diverse amministrazioni stanno già utilizzando. Sulla base anche di questo parere la Giunta delibererà la proposta, che dovrà poi andare a gara, probabilmente europea.

Nel frattempo, in attesa di poter disporre di un proprio studentato, l’Università della Valle d’Aosta è tornata nella struttura residenziale di Montfleury 

2 risposte

  1. Ma lo storico circolo CRAL Cogne? E la bellissima sala da ballo, luogo del cuore di tanti valdostani? Perché non restituire al quartiere, alla città e alla Valle tutta un luogo importante di aggregazione socio- ricreativo-culturale? Esso occupava una minima parte dell’intero palazzo e sarebbe oltretutto fruibile anche dai giovani dello Studentato.
    Sarebbe una cosa davvero lodevole e intelligente da parte della politica ridare vita a un luogo storico della nostra Valle D’Aosta.

  2. Bellssima questa iniziativa: arrivano 6 milioni di euro dallo Stato e 9 milioni dalla Regione per trasformare Palazzo Cogne nello studentato per l’UniVdA, e ora è bloccato perché la burocrazia deve autorizzare la partecipazione di un fondo di investimento per il recupero del Palazzo. Spero che i fondi dati dalla Premier non siano a scadenza, se no son cavoli amari. E intanto la Regione, fino a quando non faranno lo studendato a Palazzo Cogne, dovranno dare all’UniVdA soli in più per pagare l’affitto alla residenza Montfleury per garantire posti letto agli studenti. Una parola: va bene la burocrazia, ma svegliatevi ogni tanto.

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