Sono a oggi 195 gli allievi iscritti all’anno scolastico 2022/2023 dell’Institut Agricole Régional, di cui 13 provenienti dall’esterno dei confini della Valle d’Aosta. Le file degli studenti contano peraltro una componente femminile pari al 34% e in crescita rispetto al passato, complice la diversificazione del bacino di utenza della scuola non più ristretto ai soli ragazzi con tradizioni agricole famigliari alle spalle. Non manca nemmeno una costante attenzione al versante dell’inclusione, che vede l’istituzione aostana ospitare annualmente alcuni ragazzi disabili, proponendo loro progetti di integrazione per l’acquisizione di competenze e crescente autonomia.
Teoria e pratica
Durante la giornata di porte aperte in programma sabato 21 gennaio prossimo, docenti e ricercatori riceveranno alunni e famiglie che vogliano conoscere più nel dettaglio l’offerta formativa dello Iar.
“Al momento contiamo 84 alunni frequentanti l’indirizzo tecnico di Agraria, agroalimentare e agroindustriale, pensato per giovani dotati di buona predisposizione allo studio che vogliano eventualmente proseguire in campo universitario – spiega il direttore didattico del polo, Michele Sigaudo -. Il corso di istruzione e formazione professionale è al contrario orientato alla pratica e permette ai diplomati di ottenere al termine del percorso la qualifica regionale di Operatore agricolo in contesto montano”.
Titoli e qualifiche
I 41 iscritti all’indirizzo di istruzione e formazione professionale dello IAR potranno da quest’anno ottenere l’attestazione di livello regionale di Operatore agricolo in contesto montano, quest’ultimo capace di gestire aspetti quali produzione e trasformazione animale e vegetale.
“Prevediamo anche, per coloro che lo desiderino, la possibilità di aderire a un quarto anno all’interno di alcuni centri di formazione italiani, francesi e svizzeri convenzionati per il conseguimento di specifici titoli e attestati – chiarifica ancora Sigaudo -. Coperti grazie a voucher messi a bando dall’assessorato alle Politiche sociali, tali corsi possono essere seguiti da un esame che permetta di acquisire la qualifica EQF4 di Tecnico agricolo o Tecnico della trasformazione agroalimentare utile per eventuali concorsi o impieghi futuri”.
Attività collaterali
Accanto alla divulgazione scientifica curata dal comparto della ricerca, saranno estesi al prossimo anno scolastico 2023/2024 anche progetti didattici prima rallentati dalla pandemia.
“Crediamo molto nell’apertura verso altri sistemi e pertanto offriamo ai nostri studenti tirocini e periodi di soggiorno anche fuori dalla Valle d’Aosta finalizzati a fare loro maturare esperienze al di fuori dello stretto ambito regionale – osserva Sigaudo -. Oltre alle tre settimane di stage obbligatorio all’estero previste in conclusione al percorso tecnico, i ragazzi possono beneficiare di attività pratiche di Pcto quali per esempio corsi per l’utilizzo di motosega e decespugliatore o saltuarie visite in azienda”.
Il convitto
La sede singola di Regione La Rochère ospita anche il convitto dello IAR, a oggi opzionato da ben 122 convittori settimanalmente fissi e da altri 48 semiconvittori che vi risiedono sino alla prima serata.
“Nato per agevolare gli allievi non aostani, il convitto è presto evoluto nella ricerca di un ambiente positivo e di una relazione sociale venuti a mancare in tempo pandemico – commenta ancora Sigaudo -. Si tratta di un contesto protetto nel quale essi possono essere seguiti in un clima sociale e famigliare che permetta loro, anche attraverso proposte ludiche e ricreative, di crescere in termini di cittadinanza e interazione”.
Trasferimenti e abbandoni
Larga parte dei trasferimenti registrati allo IAR – tra la decina e la quindicina – coincide con passaggi interni da un indirizzo all’altro, mentre restano sporadici e limitati a poche annualità i casi di accoglienza di ragazzi provenienti da altre scuole.
“Nel corso degli ultimi due anni, abbiamo notato un calo nei risultati nonché una perdita di motivazione da parte degli iscritti, alcuni dei quali, a fronte di risultati non soddisfacenti, hanno optato per strade alternative – conclude Sigaudo -. Nonostante l’aumento delle richieste di sostegno presso il nostro sportello psicologico, siamo stati in grado di gestire al meglio tale emergenza scongiurando il rischio di abbandono scolastico da parte di alcuni”.