Anche il personale educativo del convitto regionale Federico Chabod di Aosta potrà presto beneficiare del bonus di 500 euro per la formazione e l’autoformazione. Tenendo conto del recente orientamento giurisprudenziale che riconosce al personale educativo della scuola il diritto a ricevere l’incentivo, la Giunta regionale sta lavorando a una norma per estenderlo anche a questa categoria di lavoratori.
La decisione “è stata condivisa con le organizzazioni sindacali scolastiche in un incontro tenutosi a fine gennaio, durante il quale l’amministrazione regionale ha ribadito il proprio impegno a risolvere la questione in modo concreto ed efficace”, si legge in una nota della Regione. L’obiettivo è “garantire un trattamento equo e uniforme, evitando inutili complicazioni e dispersioni di risorse”. Per questo, “un intervento legislativo strutturale rappresenta la soluzione più solida e definitiva, in grado di tutelare tutti i lavoratori interessati senza generare incertezze o ulteriori contenziosi”.
Il bonus, inizialmente rivolto ai soli docenti di ruolo, era già stato allargato nel 2023 ai docenti con contratto a tempo determinato. “Con il nuovo intervento normativo, attualmente in fase di predisposizione, si vuole garantire lo stesso diritto anche al personale educativo, sanando eventuali situazioni pregresse e ponendo fine alle controversie in corso – spiega Jean-Pierre Guichardaz, assessore regionale al Sistema educativo -. Per questo motivo, sorprende apprendere che, nonostante il confronto costante con le parti sindacali e il percorso condiviso per risolvere la questione, una sigla sindacale abbia comunque deciso di incoraggiare i propri iscritti a presentare ricorso contro l’amministrazione regionale”. Lo scorso dicembre, il tribunale di Aosta aveva accolto il ricorso presentato da un educatore del convitto Chabod, promosso dalla Flc Cgil e patrocinato dall’avvocato Gianfranco Sapia, per il riconoscimento del bonus.
“Avviare un contenzioso con la pubblica amministrazione comporta un onere per chi lo intraprende e genera costi per l’intera collettività – spiega la Regione -. Inoltre, i vantaggi ottenuti attraverso la via giudiziaria risultano spesso limitati e frammentari, considerato anche che le sentenze non si applicano indistintamente agli educatori, ma riguardano solo i singoli ricorrenti, mentre una soluzione normativa garantisce un risultato stabile e definitivo per tutti”.
“L’impegno dell’amministrazione è volto a risolvere le problematiche con pragmatismo e senso di responsabilità – conclude l’assessore -, offrendo risposte concrete ed evitando inutili sprechi di tempo, energie e denaro pubblico. L’intervento normativo avviato rappresenta la strada più efficace e sostenibile per tutelare i diritti del personale educativo, nell’interesse di tutti”.