A Cervinia la 65ª Commemorazione del Battaglione Monte Cervino

"Dei 17 treni di reduci che tornarono dalla Russia, il Battaglione Monte Cervino occupava un carro solo". Da questo sentimento nasce la 65ª Commemorazione dei “Diavoli Bianchi” organizzata dalla Sezione valdostana dell’Associazione nazionale alpini, andata in scena sabato 1° luglio a Cervinia.
La Commemorazione del Battaglione Monte Cervino
Società

“Dei 17 treni di reduci che tornarono dalla Russia, il Battaglione Monte Cervino occupava un carro solo”. Da questo sentimento nasce la 65ª Commemorazione dei Diavoli Bianchi” organizzata dalla Sezione valdostana dell’Associazione nazionale alpini in ricordo del Battaglione, andata in scena sabato 1° luglio a Cervinia.

Oltre agli oratori ufficiali – il vicesindaco di Valtournenche Massimo Chatrian, il presidente della Sezione Valdostana Ana Carlo Bionaz, il presidente della Regione Renzo Testolin, il consigliere Nazionale Ana Paolo Saviolo ed il comandante delle Truppe Alpine, generale Ignazio Gamba  – alla cerimonia era presente anche Maria Ingegnoli, nipote dell’alpino del Battaglione Mario Bonini, morto in Russia nel gennaio del 1941.

Quattro anni fa, con lei, c’era anche Osvaldo Bartolomei, uno fra gli ultimi reduci a salire alla chiesetta degli alpini e morto lo scorso anno, proprio ai primi di luglio. “Caro e generoso Osvaldo – si legge in una nota dell’Ana -, la sua fu una testimonianza che non dobbiamo mai dimenticare , così come quella di Angelo Minuzzo, l’ultimo dei Cervinotti valdostani. Ragazzi , uomini, giovani soldati che seppero essere coerenti e leali rispondendo con un sublime senso del dovere ad uno Stato che chiedeva loro il sacrificio della vita”.

A sfilare per le vie di Cervinia, per la commemorazione, anche il gonfalone di Valtournenche, vessilli, gagliardetti e labari di tante associazioni, alpini, militari, la fanfara sezionale, il coro Monte Cervino, la Croce rossa italiana con le Infermiere Volontarie dei Corpi ausiliari delle Forze armate, assessori regionali e comunali, prima di salire nel prato davanti alla chiesetta.

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