A La Thuile mancano parcheggi per disabili vicino agli impianti

La mancanza di adeguati spazi di sosta riservati ai disabili in prossimità delle biglietterie e degli impianti di La Thuile è il motivo per cui un turista di Varese scrive ad alcune redazioni raccontando la disavventura di una giornata passata in Valle.
Società

Varese, 22 aprile 2009

Mi chiamo Luca Caielli, abito a Sesto Calende, e da diversi anni accompagno un amico cieco, Ambrogio Marzoli di Varese, facendogli da guida sugli sci da discesa.

Anche quest’anno, come succede tutti gli anni dal 1996, siamo stati invitati dall’Associazione Valdostana dei Maestri di Sci a partecipare ad alcune giornate formative per i maestri e per gli allievi maestri. Sono giornate formative nel senso che i partecipanti si avvicinano e affrontano l’aspetto ed i problemi dello sci per disabili. Questo avviene ad esempio provando a guidare uno sciatore cieco come nel caso di Ambrogio o magari accompagnando un paraplegico, o qualcuno che si presta a farlo, seduto su particolari slittini.
Questa volta il programma prevedeva due giorni di prove a Pila, ed un giorno di prove presso la stazione sciistica di La Thuile. Dopo aver trascorso due giornate di prove molto proficue ed istruttive a Pila ci siamo trasferiti a La Thuile per partecipare all’ultima giornata.

Lunedì 20 aprile verso le ore 8 e 45, parcheggiata l’auto di Ambrogio nel piazzale antistante le biglietterie, ed esposto in evidenza il contrassegno che identifica i veicoli per portatori di handicap, ci prepariamo per la giornata sugli sci a servizio dei giovani maestri della Valle. A questo punto, dopo che abbiamo già calzato gli scarponi da sci e stiamo provando gli ausili e le attrezzature indispensabili per sciare, si avvicina un militare del Corpo dei Carabinieri e mi chiede conto e ragione del parcheggio dell’auto in prossimità della partenza della cabinovia.
(Per inciso, lascio immaginare quale traffico e caos ci possa essere un lunedì feriale a fine stagione, per di più con tempo molto incerto…)
Io rispondo spiegando che siamo due sciatori, Ambrogio cieco e proprietario dell’auto ed io la sua guida, e che abbiamo esposto sull’auto il regolare contrassegno per portatori di handicap. Il militare, cogliendomi francamente di sorpresa, mi chiede se il cieco (Ambrogio) oltre che proprietario è anche il conduttore dell’auto ed alla mia risposta negativa, ovvero che sono io il guidatore, ribatte con tono perentorio: “allora, visto che lei ci vede bene, prenda l’auto e la porti al parcheggio pubblico”. In conseguenza di tale esortazione ed in ragione del fatto che il mio interlocutore non sentiva ragione in merito alle nostre esigenze, mi sono visto costretto a calzare nuovamente le scarpe da passeggio, accompagnare e lasciare da solo il mio compagno di avventura in prossimità della cabinovia e portare l’automobile (e le attrezzature di scorta) nel parcheggio più a valle.

Tralasciando l’aspetto “grottesco” della situazione, va rilevato che in prossimità della partenza della cabinovia non si trovano parcheggi riservati ai disabili, mentre è invece consentita la sosta a chi è munito di autorizzazione rilasciata dalla società di gestione degli impianti (c’erano infatti parcheggiate altre auto oltre alla nostra). Nel caso specifico, ma ancora di più linea in generale, va evidenziato che il parcheggio dell’auto per disabili in prossimità degli impianti non serve alla comodità (o pigrizia) del conducente, in quanto nel nostro caso si tratta di un normo-dotato che può tranquillamente scaricare lo sciatore cieco e farsi duecento metri a piedi per parcheggiare altrove, ma può servire nel caso di sciatore (o semplice escursionista) con problemi di deambulazione che, questo si, può anche guidare l’auto ed essere solo.
Altro aspetto della necessità di poter parcheggiare l’auto vicino alla partenza degli impianti è quello logistico relativo al deposito della dotazione degli ausili necessari allo svolgimento dell’attività sportiva e ricambi vari nel caso di sciatori ciechi, slittini particolari, carrozzine e quant’altro nel caso di altre disabilità, comunque tutte attrezzature che non possono essere portate in giro per le piste o gli impianti, ma che devono essere lasciate, per questioni di sicurezza, in un luogo sufficientemente agevole e comodo da raggiungere.

Il racconto di questo episodio non ha lo scopo di polemizzare con un militare dell’Arma dei Carabinieri che forse non ha saputo cogliere le esigenze di un portatore di handicap o forse non ha saputo interpretare con un po’ di elasticità una norma che vieta, a parte i casi autorizzati, il parcheggio nel piazzale delle funivie, ma ha piuttosto lo scopo di evidenziare la mancanza di adeguati spazi di sosta riservati ai disabili in prossimità delle biglietterie e degli impianti.

Con l’occasione ci si complimenta per il livello qualitativo delle strutture ricettive della Vostra località, del comprensorio sciistico e della manutenzione delle piste.

 
Cordiali saluti

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