Ogni promessa è debito. Due settimane fa, quando avevo preso a pretesto il Natale per invitarvi a non regalare uno smartphone ai bambini piccoli, vi dicevo che di Natale avrei ancora parlato. Ma soprattutto dei regali, annosa questione che vede i genitori divisi su due fronti: chi a metà novembre ha già finito di acquistarli tutti (e in questo periodo sta già prenotando le vacanze dell’estate 2017) e chi intorno al 20 dicembre non ne ha ancora acquistato nessuno e corre affannato nei negozi, simulando placcaggi tipo quarterback all’anziana signora davanti se per caso sta per prendere l’ultima confezione di Lego Friends.
Situazioni estreme per le quali forse servirebbe un buon psicologo per lavorare, nel primo caso, sulla gestione dell’ansia, nel secondo caso, sulla capacità organizzativa. Scherzi a parte, in realtà in molti ci barcameniamo tra la volontà di un Natale semplice ed essenziale, gli incastri tra lavoro e famiglia (a dicembre bisogna incastrare in agenda anche la voce “regali di Natale”), e la lotta quotidiana con le pubblicità di giocattoli che imperversano in TV in questo periodo, che indurrebbero in tentazione anche il piccolo Buddha. Come sopravvivere dunque anche a questo Natale? Respiriamo, focalizziamoci, e chiediamoci se non potremmo farci tre regali atipici: tempo, sobrietà e magia.
TEMPO
Sulla questione ne stanno girando di ogni sorta sul web, da far salire ancora più ansia e depressione a quei genitori che di tempo ne hanno davvero poco! Senza fare uno scivolone eccessivamente New Age, con l’idea di assomigliare alla “ famiglia del mulino bianco” (quella di un tempo, dove erano sempre tutti sorridenti e rilassati), qualche spunto buono possiamo prenderlo. Spopola nel web la mamma che ha deciso di regalare dei “buoni tempo” ai suoi figli piccoli, creando dei talloncini di cartone con su scritte delle cose da fare insieme a mamma e papà (un giro in bicicletta, una serata al cinema, una passeggiata con gelato) da usare in esclusiva, senza i fratelli. Per chi ha più figli, questo è da tenere a mente: ogni tanto staccarsi dalla relazione fraterna serve. Se il talloncino tempo non vi stimola, o come me avete figli già grandini che vi guarderebbero come a dire “mia madre è impazzita”, potreste però imporvi, nelle vacanze di Natale, di alleggerire seriamente l’agenda familiare e lavorativa, per prendervi del tempo di qualità con i figli. Non serve fare dei mega viaggi o chissà quali cose: basta un pomeriggio a giocare a scala quaranta o, per i più tenaci, a Monopoli; oppure fare la “serata schifezze davanti a un film”, dove hamburger e patatine vincono sempre. Un torneo alla Wii o alla Play, per chi ha figli più grandi. Piccole cose, possibilmente disintossicandoci da interruzioni di messaggi whatsapp (vale per i nostri figli adolescenti, ma anche per noi), senza lavatrici da stendere o montagne di vestiti da stirare.
SOBRIETA'
Partiamo dalle famose letterine. A casa nostra la regola era “non puoi scrivere più di tre regali nella letterina”; poi tra zii e amici vari, ne arrivavano anche di più ovvio. Ma tre erano quelli su cui i nostri figli dovevano decidere. E scegliere. Se non fate tre, fate cinque. Uno, forse, è troppo poco. Ma un limite è bene che ci sia, perché educa anche alla capacità di rinunciare. Poi è fondamentale manipolare nonni e zii all’acquisto di regali utili, di buon senso, in linea coi vostri valori. Ultimamente vedo giocattoli per bambini da far inorridire! Il set per simulare una seduta dall’estetista (con tanto di vaschetta per fare la pedicure), trucchi e smalti per bimbette di 5 anni, e chi più ne ha più ne metta con “modello velina”. Ecco, io punterei più sui set da scienziato o le costruzioni, anche per le bambine, per non incastrarle in modelli precostituiti. Idem per i maschietti: se piace cucinare, si possono regalare i set di pentolini, e non solo camion e pistole. In ogni caso, non servono regali costosi per renderli felici. Servono regali pensati, magari personalizzati, questo sì.
MAGIA
Sulla magia del Natale se ne dicono tante, al punto che alcuni genitori moderni, forse stanchi di troppa retorica sul Natale, hanno deciso l’opzione del materialismo crudo: “Babbo Natale non esiste, te lo dico già io a 6 anni, così ti evito la delusione di scoprirlo dai compagni tra qualche anno”; “macché uomo barbuto del Nord, Babbo Natale è solo un’operazione commerciale di una multinazionale”. Allora, io credo che dovremmo recuperare un po’ di buon senso…evitandoci un pragmatismo inutile. I bambini hanno bisogno di magia, perché dobbiamo negargliela così? Preparare la tazza di latte e biscotti sulla finestra, in una casa addobbata per le feste, significa educare anche alla cura, all’attesa, al desiderio. A proposito di addobbi e decori, non facciamoci condizionare, nuovamente, dal web. Partire col proposito positivo di fare le palline artigianali per l’albero e poi litigare con i figli perché usano la colla vinavil come fosse shampoo, direi che non è proprio funzionale. Usciamo dal trend del lavoretto artigianale bellissimo, magari da postare poi su un social network. Se li sapete fare, buon per voi. Se il massimo che riuscite a fare, come la sottoscritta, sono le formine di pasta al sale decorate coi brillantini, fermatevi lì.
Non conta il prodotto finale con i figli, conta il processo, conta la relazione costruita per “fare insieme” nello “stare insieme”. Magia è anche coinvolgere i figli già grandi nell’acquisto di regali per i più piccoli, insegnando loro che “il segreto di Babbo Natale” non va mai svelato ai bambini che ancora ci credono. Magia è scrivere una finta lettera che arriva proprio dalla Lapponia, da far trovare insieme ai regali sotto l’albero, e godersi lo stupore dei nostri bambini quando la leggono. Magia è anche prendersi tempo, se nostro figlio è adolescente, per scriverla proprio a lui, quella lettera, col mittente “mamma e papà”. Per ricordargli che, in mezzo alle discussioni e ai conflitti del quotidiano, gli vogliamo bene. E non solo a Natale.
(P.S.: insieme alla lettera per il figlio adolescente, meglio mettere insieme anche una felpa Vans o delle scarpe delle DC…va bene la poesia, ma rimane pur sempre un adolescente! )
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Questa rubrica è proprio interessante. Complimenti!