“Non è una battaglia delle donne, ma una battaglia di tutti”. Anche ad Aosta, come in altre 40 città italiane, questo pomeriggio, sabato 9 novembre, il corteo promosso dalla D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, e sostenuto a livello locale dal Centro donne contro la violenza, ha attraversato le vie centrali della città ricordando le 96 vittime di femminicidio in Italia, dall’inizio dell’anno ad oggi, e sottolineando l’inadeguatezza delle istituzioni nel contrasto al fenomeno.
Sono stati una trentina i partecipanti – tra cui tante donne, ma anche alcuni uomini – che da piazza Narbonne hanno attraversato via Porta Pretoria e via Sant’Anselmo per raggiungere Plus, l’ex Cittadella dei giovani, dove si è tenuto un momento di riflessione guidato da delle letture e dalla proiezione di alcuni video. Ad accompagnare il corteo è stata la lettura dei nomi delle vittime di femminicidio, oltre ad alcuni cartelli con le scritte: “Ti amo da vivere”, “My body, my choice”, “Basta all’attacco all’aborto”, “L’uomo violento non è malato ma è figlio del patriarcato”.
Nel suo intervento, Anna Ventriglia, presidente del Centro donne contro la violenza di Aosta, ha puntato il dito contro l’inadeguatezza delle istituzioni: “Davanti a tutte queste donne uccise – ben 96 dall’inizio dell’anno – non è più possibile accettare solo le promesse da parte delle istituzioni. Ora vogliamo i fatti e chiediamo a gran voce di iniziare a combattere efficacemente il fenomeno“. E aggiunge: “Noi seguiamo e accompagniamo le donne. Vediamo il calvario che vivono dopo che trovano la forza di denunciare. Non basta dire alle donne di denunciare. Molto spesso, per una questione di stereotipi e pregiudizi, non vengono credute. Si pensa vogliano ottenere dei vantaggi. È demoralizzante”.
Sono una settantina in media le donne che ogni anno si rivolgono al Centro contro la violenza di Aosta. “Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo 58 nuove donne che hanno chiesto aiuto, con un’incidenza di giovani – prosegue Ventriglia -. L’età delle donne che chiedono aiuto si sta abbassando sempre di più. Si tratta di tante ragazze dai 18 ai 24 anni e in alcuni casi anche minorenni accompagnate dai genitori. Noi offriamo loro un accompagnamento nel percorso di fuoriuscita dalla violenza, fatto insieme alle nostre operatrici dell’accoglienza”. Ogni donna ha un suo percorso personalizzato in cui, oltre alle operatrici, “possono affiancarsi le consulenti del centro, come la psicologa, l’avvocata o l’orientatrice a lavoro”.
Il Centro contro la violenza tornerà in piazza Narbonne, ad Aosta, il prossimo 24 novembre, dalle 15 alle 17, per un flashmob in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, insieme ai Tamtando e allo Stade Valdôtain Rugby.
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30 partecipanti…Un successone!