Dieci giorni fa, dietro la tensostruttura della “Mostra-concorso dell’artigianato valdostano”, cominciava la costruzione dell’impalcatura che – fino a fine ottobre – terrà celato agli occhi degli aostani il Monumento al Soldato valdostano che campeggia al centro di piazza Chanoux.
Tre mesi di tempo per un lavoro delicato, che ha avuto un iter piuttosto accidentato negli scorsi cinque anni, ma che è, finalmente, cominciato.
Un po’ di cronistoria dell’intervento la fa Carlo Bionaz, Presidente dell’Associazione nazionale alpini: “Tutto è cominciato nel 2014 con una lettera all’allora sindaco Bruno Giordano, molto partecipe all’iniziativa. Per il Marché Vert Noël di quell’anno tutti i fondi erano stati raccolti per il monumento. In seguito, nel 2016 con l’operazione ‘Stella Alpina’ abbiamo ottenuto un ottimo risultato per reperire i fondi per il restauro, con diversi privati che ci hanno aiutato”.
Da qui l’arrivo della pratica a Roma, nei cui gangli burocratici ha rischiato di perdere, finché, racconta ancora il Presidente Bionaz: “Abbiamo messo in campo l’alpino e senatore Albert Lanièce ed il progetto è stato approvato dalla Commissione di Palazzo Chigi presieduta da senatore Marini. Siamo così riusciti ad ottenere 152mila euro, che si sommano a quelli raccolti da noi, che permettono di poter fare i lavori pagati con il contributo dello Stato mentre la parte tecnica è stata finanziata da noi”.
Un restauro che non è solo un restauro
Ci tiene, Bionaz, a specificare che questo è più che un restauro: “Questo monumento – spiega – ricorda i caduti della Prima Guerra mondiale, 1557 valdostani. Ricordare eventi di questo tipo vuol dire fare anche della ‘Scuola civica’, vuol dire dare l’opportunità a giovani di riflettere su certi valori e impegni che i loro antenati hanno preso in nome dell’Italia”.
Concetto ribadito dal senatore Albert Lanièce: “È un monumento di importanza enorme per i valdostani, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Presenteremo ora un Disegno di legge per l’obbligo dell’Educazione civica nelle scuole e questo monumento, come diceva Carlo, ne è un insegnamento a cielo aperto. Ristrutturarlo significa ricordare quale sia stato il percorso per ottenere la democrazia e quale effetto hanno avuto queste guerra che hanno disseminato morte in tutti i paesi”.
Un intervento complesso
Il restauro ha due “livelli di complessità”. Uno, anzitutto, tecnico: “Il monumento è composto da una base che non verrà assolutamente toccata – spiega ancora Bionaz -, mentre il lavoro verrà fatto sul tempietto soprastante. Una parte molto ammalorata, perché le pietre rosse si sono col tempo sfaldate. Nel demolire questo tempietto, all’interno, si è trovato un blocco di calcestruzzo che non sostiene nulla. Nel progetto è prevista la demolizione del blocco di cemento, sostituito da una struttura in acciaio che sosterrà tutta la parte esterna del monumento. È un lavoro di una certa importanza”.
Nel frattempo verranno sistemati i gradini rotti alla base, che verranno recuperati, mentre Comune e Ana hanno firmato una convenzione per la quale sarà la stessa Associazione alpini a curare il verde ed i fiori dell’aiuola.
L’altro ostacolo è stato, si diceva, burocratico, ed il Soprintendente ai Beni culturali Roberto Domaine lo sintetizza: “È stato un lavoro di grande complessità, un’operazione a più mani partita dal Comune, ma con la richiesta fatta da noi ed i finanziamenti dati poi alla Regione, fattore per il quale è servita in seguito la stipula di una convenzione. Ma a breve avremo il monumento restaurato”.
Soddisfatta anche la Vicesindaca di Aosta Antonella Marcoz: “È stato un percorso lungo, la volontà c’è sempre stata ma purtroppo burocrazia ci ha messo un po’ del suo”.
Ora l’obiettivo guarda ai prossimi tre mesi, per arrivare pronti alla Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: “I lavori, stando al cronoprogramma – chiude Bionaz – dovrebbero terminare a fine ottobre. Quindi per il 4 novembre il Soldato Valdostano dovrebbe essere di nuovo all’onor del mondo”.