Arriva al Parco del Mont Avic “Pasturs”, il progetto di convivenza tra gli allevatori ed il lupo

Il progetto è pensato per rendere possibile un dialogo costruttivo e assicurare la convivenza fra i grandi predatori e le attività zootecniche delle zone alpine. Quest’anno circa 20 ragazzi sono stati selezionati e formati per sperimentare questa esperienza in Valle.
Pastori e volontari del progetto Pasturs
Società

Arriva anche in Valle d’Aosta, dopo il successo delle precedenti edizioni condotte sulle Alpi Orobiche, il progetto Pasturs, che giunge nel 2021 alla sua sesta edizione.

Grazie all’interessamento di alcuni allevatori dell’area del Mont Avic e del Parco Naturale che se ne è fatto portavoce, oltre ai 60 volontari che saliranno in alpeggio ad aiutare gli allevatori bergamaschi nell’adozione di misure di prevenzione danni da predatori, quest’anno circa 20 ragazzi sono stati selezionati e formati per sperimentare questa esperienza in Valle.

Il progetto è pensato per rendere possibile un dialogo costruttivo e assicurare la convivenza fra i grandi predatori – come l’orso e, nel nostro caso, il lupoe le attività zootecniche delle zone alpine.

Il lupo e l’orso – quest’ultimo esclusivamente nell’area lombarda del progetto – sono una presenza ormai stanziale nel panorama alpino, scrivono i responsabili del progetto Pasturs. Queste specie sono una componente preziosa della nostra storia e cultura e una parte importante degli ecosistemi in cui sono presenti: proprio per questo motivo entrambe le specie godono di una elevata tutela a livello europeo e italiano.

L’obiettivo è scritto nero su bianco: un’efficace convivenza fra i grandi predatori e le attività umane realmente possibile. Su questo lavora da tempo la Cooperativa Eliante Onlus che da anni porta avanti e perfeziona il progetto grazie a diversi partner e alle collaborazioni con i progetti Life (fra cui i recenti Natura che Vale e Euro Large Carnivores).

Il progetto in Valle

La sperimentazione partirà dal 3 luglio con due allevatori “pionieri”. Assieme ai partner, il progetto beneficerà anche del patrocinio del Comune di Chambave.

L’obiettivo, anche qui, sarà quello di “ridurre le difficoltà per le attività zootecniche locali derivanti dalle possibili incursioni dei grandi predatori promuovendo la coesistenza fra questi e l’uomo – spiega Mauro Belardi, Presidente della Cooperativa Eliante Onlus che gestisce operativamente il progetto. Un’attività che parte dall’ascolto dei soggetti interessati, i pastori principalmente, e propone soluzioni costruite insieme alle persone coinvolte e non calate dall’alto”.

“Il Parco Naturale Mont Avic è stato istituito oltre 30 anni fa con la finalità di perseguire, di concerto con le iniziative regionali in materia di aree naturali protette, la conservazione ed il recupero delle risorse naturali e ambientali del territorio della Valle d’Aosta ed è classificato sito di importanza comunitaria anche per la conservazione della fauna selvatica – spiega Davide Bolognini, presidente del Parco Naturale Mont Avic –. In quest’ottica il Parco ha aderito con entusiasmo al progetto Pasturs finalizzato alla ricerca di nuove modalità di gestione dei pascoli che consentiranno la coesistenza dell’allevamento in alpeggio insieme con i grandi carnivori selvatici”.

Protagonisti del progetto, oltre ai pastori, saranno i giovani volontari maggiorenni che, adeguatamente formati, vivono per un periodo negli alpeggi con i pastori stessi, per aiutarli ad adottare misure efficaci di protezione del bestiame, come la sorveglianza diretta di greggi e mandrie, l’utilizzo di cani da guardiania educati per lo specifico compito, l’installazione di recinzioni elettrificate mobili, che permettono lo spostamento frequente del bestiame.

I volontari saranno di supporto anche ai turisti che frequentano l’area, raccontando il progetto e sensibilizzando ad un comportamento corretto nei confronti delle attività di alpeggio e dell’ambiente.

“Ho un ricordo bellissimo di questa esperienza – racconta un volontario che ha già partecipato al progetto –. Le giornate iniziavano al mattino presto, il recinto si trovava a un’ora di cammino dalla baita e andavamo là due volte al giorno per far pascolare le pecore e per controllarle. Ho anche assistito al parto gemellare di una pecora: non lo dimenticherò mai. È stato un modo coinvolgente e stimolante per conoscere il mondo della pastorizia da vicino, per andare oltre ciò che avevo appreso nei libri di scuola e per confrontarmi con le difficoltà quotidiane di chi svolge questa professione”.

E tra le difficoltà più sentite c’è sicuramente quella dei grandi predatori, tema chiave di Pasturs: “Sono convinto, infatti – spiega ancora il volontario –, che questo progetto vada nella giusta direzione poiché spinge volontari e allevatori al confronto per capire come meglio favorire una pacifica convivenza. Per essere d’aiuto, insomma, sia ai pastori sia, al tempo stesso, a lupi e orsi”.

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