L’intuizione e la capacità. Sono due parole che insieme potrebbero bastare a descrivere il lavoro che Simon Casale Brunet, ingegnere informatico valdostano da anni in Svizzera per lavoro, ha portato a termine semplicemente guardandosi intorno e facendo tesoro del sapere umano che, anche lui, da sempre nel settore informatico, sa essere insostituibile.
Originario di Courmayeur e figlio dei proprietari dell’Hotel Bouton d’Or, Simon negli anni ha passato ore ed ore ad ascoltare i suoi genitori dare spiegazioni e informazioni sul Tour du Mont Blanc a ospiti e visitatori in hotel; il giro di trekking è tra i più famosi e percorsi al mondo, richiama appassionati da tutti i continenti e spesso la reperibilità di queste informazioni risulta difficile per chi vuole avventurarsi sugli spettacolari sentieri intorno al Monte Bianco. Da qui l’idea di Simon, tanto semplice quanto rivoluzionaria: unire il sapere di papà Andrea e mamma Patrizia alla tecnologia di ChatGPT per rendere tutto accessibile in pochi click.
Il concetto è semplice: ChatGPT è come un bambino con una intelligenza di base, ma su cui si può lavorare per fare in modo che questa venga migliorata e ampliata. Ed è lì che interviene Simon: “Ho cercato di lavorare su questo nuovo strumento di OpenAI per migliorare la sua conoscenza del Tour du Mont Blanc e fornire a chi deve organizzare, sta organizzando o è già sui sentieri, il maggior numero di informazioni pratiche possibili – racconta Casale Brunet -. Migliorare la sua conoscenza significa implementare il suo modello base con nuove o più dettagliate informazioni che lo aiutino a essere il più performante possibile, perché, come un bambino, ChatGPT deve assorbire conoscenza per poi rilasciarla sotto forma di risposta alle domande degli utenti”.
All’utente che utilizza questo strumento (per ora solo disponibile nella versione premium di ChatGPT), basta indirizzare una domanda il più possibile precisa e circoscritta per avere una risposta che fornisce elementi per affrontare al meglio il Tour: può fornire l’organizzazione in tappe, le attività da fare nei vari territori interessati dal percorso e le tempistiche ideali per dividere il trekking in giornate. A differenza dei chat bot, questo strumento può fornire risposte molto più articolate e “umane”, in grado di aiutare davvero chi pone domande più complesse.
Simon ha quindi “incubato” le conoscenze umane dei suoi genitori, “curiosi anche loro di capire questo processo”, aumentando in maniera importante i modelli di base sui quali lo strumento OpenAI si basava prima del suo intervento, in modo da fornire un servizio che consenta una organizzazione puntuale non solo per quanto riguarda i sentieri e le informazioni sul percorso, ma anche su tutti i servizi che il paese offre per gli appassionati di trekking: lavanderie, farmacie e analoghi.
Per lavoro, Simon non è spaventato dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, ma vuole rassicurare anche i neofiti: “Io non ho fatto nulla se non trasferire il sapere umano per migliorare uno strumento informatico. Alla base di tutto c’è sempre l’uomo e in nessun caso può essere sostituito, perché il modello su cui ho lavorato era impreciso, ometteva diversi particolari e spesso era fuorviante, ma lavorandoci sopra e apportando le modifiche basate su quello che ho imparato dai miei sul TMB è diventato utile e anche puntuale nelle sue indicazioni. Il processo di Simon è stato quello di individuare prima di tutto le domande più frequenti dei visitatori delle piattaforme dedicate al TMB e poi trovare le risposte più esaustive possibili grazie ai miei genitori e trasferirle online“.
Se usato in maniera corretta e funzionale, ChatGPT può diventare uno strumento prezioso per diversi operatori di settori trasversali, in questo caso è la dimostrazione di come il sapere umano non debba per forza soccombere di fronte a uno strumento di intelligenza artificiale, ma anzi possa arricchirlo.