Le parole della filosofa ebrea Hannah Arendt – che ritraggono l’essere umano come un “natale” e non come un “mortale” – e la chiesa parrocchiale di Brusson gremita per l’ultimo saluto ad Augusto Rollandin. I funerali dell’ex presidente della Regione, morto domenica scorsa a 75 anni, dopo una lunga malattia, si sono tenuti questa mattina, giorno della Vigilia di Natale, nel paese in cui è cresciuto e di cui è stato sindaco dal 1975 al 1978.
Sulla bara color miele, rami di pino e rose bianche e rosse abbracciano i nomi della moglie Nicoletta e dei figli Martine e Claude, seduti in prima fila. Poi la giunta regionale al completo, il sindaco di Brusson Danilo Grivon, tanti volti del mondo della politica e delle istituzioni ma anche tante persone comuni che ne conservano un ricordo.
“In Occidente si è sempre messo l’accento sull’essere umano come un mortale e non come un natale – dice nell’omelia don Michele Giachino, parroco di Brusson, riprendendo le parole di Arendt -. Noi ci arrendiamo ad un aggettivo che sottrae vita, che tronca ogni possibilità. Eppure dentro di noi sentiamo che natale è un aggettivo che ha la forza di aggiungere vita”. E prosegue: “Vogliamo accompagnare Augusto andando ad attingere a quel principio di natalità che è scritto nel nostro Dna. Non tutto muore, rimane ciò in cui mettiamo il cuore”. Per questo, l’invito del sacerdote è di sostituire l’aggettivo mortale con l’aggettivo natale e aggiungerci il sostantivo destino: “Nel destino di natalità la visuale cambia radicalmente” e “il congedo si trasforma in un cancello che si spalanca sul sentiero luminoso che sale verso l’alto dove la vita non viene tolta ma moltiplicata”, conclude don Michele.
Poi la lettura del canto preghiera “Ora che il giorno finisce”, del teologo Pierangelo Sequeri, e il ricordo del sindaco di Brusson, Danilo Grivon, che si è soffermato sul legame di Rollandin con il suo paese d’origine. “Si dice che che l’ambiente forgia l’uomo, in questo caso un uomo dalle qualità elevatissime, un uomo di montagna”, dice, citando i villaggi e gli alpeggi che per l’ex presidente della Regione sono stati “luoghi di vita e di duro lavoro nella sua giovinezza”. E aggiunge: “Non ho avuto il piacere di frequentarlo né di lavorarci insieme. Ho conosciuto Augusto quando era insegnante di matematica e scienze alle medie e quando era veterinario di zona e veniva anche nella nostra stalla per il suo lavoro. Ha dato molto a Brusson, ha ricevuto amicizia e ammirazione, in alcuni casi quasi devozione. Ha dato lustro al nostro Comune”. Per Grivon, “ciascuno di noi conserverà una propria personale immagine, un ricordo, un giudizio sul suo operato, ma siamo tutti d’accordo nel dire che è stato un grande uomo”. Un applauso e poi l’ultimo saluto nel cimitero accanto alla chiesa parrocchiale, dove Augusto Rollandin riposerà tra le tante croci tutte uguali.
Una fila silenziosa per l’ultimo saluto ad Aosta ad Augusto Rollandin
23 dicembre 2024 – di Luca Ventrice
Le persone, in fila, sono silenziose. Ci sono diversi rappresentanti politici e amministratori, di oggi o ormai in retraite. Amici di oggi e di ieri, ma anche avversari politici. Rappresentanti dell’Union Valdôtaine che fu, di quella di oggi, e di altri partiti e movimenti.
Prima di tornare a Vollon di Brusson, suo paese natale, è la saletta “Maria Ida Viglino” di Palazzo regionale ad ospitare la camera ardente di Augusto Rollandin, morto ieri – 22 dicembre – a 75 anni. Quattro volte Presidente della Giunta e Senatore dal 2001 al 2006, le parole scritte su di lui sono state molte. Almeno, per ogni fase di una carriera lunghissima che ha segnato, nel bene e nel male, la storia politica della Valle d’Aosta negli ultimi cinquant’anni.
Dopo tante parole, scritte e dette, lo saluta il palazzo che per lungo tempo lo ha visto protagonista assoluto. E lo fa in silenzio. In attesa dei funerali previsti per domani, 24 dicembre alle 10.30, nella “sua” Vollon di Brusson.
Una risposta
De mortuis nihil nisi bonum…