Autismo e indipendenza, il valdostano Hermann Marquiand porta la sua esperienza al Parlamento europeo

"Il mio sogno era diventare un pilota d’aereo, ma a 16 anni mi è stata diagnosticata la sindrome di Asperger". Il valdostano Hermann Marquiand nella sede del Parlamento europeo per parlare di inclusione.
Hermann Marquiand al Parlamento europeo
Società

“Il mio sogno era diventare un pilota d’aereo, ma a 16 anni mi è stata diagnosticata la sindrome di Asperger”. Hermann Marquiand è arrivato fino a Bruxelles, sede del Parlamento europeo, per parlare di inclusione. Il ventiseienne valdostano, originario di Challand-Saint-Anselme, si è raccontato in occasione dell’iniziativa “Un futuro per l’Asperger”.

“Era il 20 settembre. Eravamo in una commissione al Parlamento europeo. Il giorno prima tutti ci chiedevano ‘siete pronti? siete sicuri?’. Bisogna solo pensare che la stiamo leggendo (lettera di presentazione, ndr) a dei nostri compagni” racconta Hermann. “Oltre a noi di “Scuola, Futuro e Lavoro”, c’erano un gruppo di europarlamentari e giornalisti”.

“Malgrado la malattia e la diagnosi – a 5 anni la leucemia, a 16 l’autismo – ho frequentato e completato con impegno gli studi senza perdere anni scolastici e senza l’aiuto di insegnanti di sostegno” scrive Hermann nel testo letto presso la sede istituzionale europea.

Con le sue parole è diventato testimonial della fondazione “Un futuro per l’Asperger” e del suo progetto formativo – nato nel 2019 a Milano – “Scuola Futuro Lavoro, prima scuola post-diploma in Europa per persone Asperger (autismo ad alto funzionamento). “Un luogo – così lo descrive Hermann – particolare per gli ambienti. Tranquillo, silenzioso con classi formate da piccoli gruppi, in cui si riesce a socializzare e restare concentrati. Un ambiente collaborativo utile per la crescita. Lì ho frequentato il corso “industria 4.0”, che mi ha permesso di trovare lavoro” spiega.

Oggi Hermann ha conquistato la sua indipendenza. Vive a Pavia, ha un contratto a tempo indeterminato e lavora a tempo pieno a Casarile, in provincia di Milano, presso l’azienda metalmeccanica ILLCA. Nel fine settimana, “quando i treni non scioperano” – dice con un velo di ironia – torna dalla famiglia in Valle d’Aosta.

Nel suo percorso di vita ha incontrato vari ostacoli, superati con successo. “È stato per me un periodo molto duro e difficile, oltre a capire e accettare cosa voleva dire essere Asperger e pur avendo studiato duramente, mi sentivo inutile e un peso per la mia famiglia. Ma non mi sono arreso” scrive.

A 19 anni, terminati gli studi, ho iniziato a cercar lavoro. Come prevede la legge n. 68 del 12 marzo 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, mi sono iscritto nelle liste di collocamento mirato. A livello teorico, per collocamento mirato la legge intende “quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”, ma a livello pratico nel corso dei tre anni successivi purtroppo non ho avuto modo di vedere applicate tutte queste belle intenzioni: nessuno ha valutato le mie disabilità o capacità lavorative e non ho avuto nessuna forma di sostegno”.

Dopo l’esperienza a Bruxelles, il grande sogno di Hermann è “un’Europa più inclusiva”. Con il suo racconto si augura di portare alla luce l’importanza dei percorsi formativi e facilitare l’accesso al lavoro da parte di persone con disabilità. Intanto, nel quotidiano, spera di trovare un lavoro vicino a Milano, sempre nel settore metalmeccanico, per raggiungere la sua amata Valle con più facilità.

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