Il tour de force dei combats de reines – 3 appuntamenti in 6 giorni, roba che neanche il calcio spezzatino di oggi ha questi ritmi – si chiuderà domenica 27 aprile a La Salle. Sarà il penultimo appuntamento della stagione primaverile, che si chiuderà una settimana dopo a Valpelline. Prima del combat della Valdigne, però, vale la pena focalizzare l’attenzione su quanto successo oggi a Issime, nel sesto rendez-vous dell’annata delle batailles.
E il referto del pomeriggio è inequivocabile, quasi fosse quello di un medico che non lascia spazio a dubbi di sorta: chi si è sciroppato diversi chilometri per tentare la sorte nella Valle del Lys non aveva fatto i conti con le bovine e gli allevatori di zona.
La supremazia di chi gioca in casa è stata eloquente: se si considerano pure Donnas e Pont-Saint-Martin, che geograficamente si trovano nella valle centrale ma hanno rapporti consolidati con Issime e dintorni, il conto è di 11 qualificazioni centrate su 12 disponibili. Lo “straniero” che rompe l’egemonia arriva da Brusson, che a dirla tutta non è neanche troppo lontana: parafrasando la dichiarazione (infelice) del ministro Nello Musumeci di qualche giorno fa, Edy Surroz e la sua Frimousse hanno fatto in modo che la festa degli allevatori della Valle del Lys rimanesse sui binari della sobrietà.
Il primo bosquet di Sergio Juglair

Era il combat della Liberazione, quella con la L maiuscola, quella dal nazifascismo. Vale la pena di dirlo, una volta di più in questo ottantesimo anniversario. Una Liberazione che Sergio Juglair ricorderà a lungo: l’allevatore di Pont-Saint-Martin ha centrato il primo bosquet della sua carriera. Per la seconda volta sarà alla Regionale, la prima era arrivata diversi anni fa grazie a un terzo posto. Vincere il bosquet, però, ha tutto un altro sapore. Farlo nel giorno della Liberazione, poi.
Sirena, che arriva dalla stalla dei fratelli Viérin, ha vinto la finale contro Tiki di Sandro Ronco, che comunque migliora il suo terzo posto di un anno fa a Pont-Saint-Martin: terze la già citata Frimousse, alla sua prima qualificazione, e soprattutto Bufera dei fratelli Arvat, che forse in molti oggi pronosticavano in odore di bosquet. Quinta alla Regionale 2024, seconda a Villeneuve nel 2022 e terza un anno fa a Saint-Christophe, Bufera mette comunque il suo nome nell’elenco delle qualificate. E alla Croix-Noire, tra sei mesi, chi se la troverà davanti dovrà fare gli scongiuri del caso.
Beskiada bissa Pont-Saint-Martin

Se Bufera non rispetta i pronostici altrettanto non si può dire di Beskiada: nome poco comune, riconoscibile sia per questo che per il carattere e il piglio da reina qual è. Aveva vinto a Pont un anno fa, la bella bovina di Alfredo Girod: stamattina era la più chiacchierata del gruppo e, in barba alle pressioni che rincorrono le favorite, ha consumato le avversarie una alla volta. Le ultime in ordine cronologico sono Rebelle di Fulvio Follioley, alla prima qualificazione, e Lombardeun di Patrick ed Emanuele Ronco. I figli di Fulvio Ronco e Daniela Rial erano consapevoli che difficilmente Lombardeun avrebbe steccato: dal 2022 ogniqualvolta si combatte nella Valle del Lys Lombardeun entra tra le prime quattro. Era successo a Gressoney-Saint-Jean proprio nel 2022 e nel 2024, così era stato anche a Issime nel 2023. A completare il lotto delle prime quattro Hope di Raffaele Follioley, che per la prima volta andrà alla Croix-Noire.
Festa anche nella patria della Resistenza valdostana

Festeggiano Pont-Saint-Martin e Fontainemore, festeggia il bosquet pure Perloz. Lo fa grazie a Didier e Dietrich Millesi, che vincono in terza categoria con Moteila: bovina indomita, questa neo reina, che per la tempra ricorda la sua compagna di stalla Belva. Ve la ricordate? Era quella piccola bovina che un anno fa attirò l’attenzione di tutta la Croix-Noire: in una prima categoria fatta di colossi e bestioni che sembravano buldozzer Belva aveva fatto piazza pulita, combattendo per 40’ e vincendo al primo turno con Peloria degli Charbonnier (una delle favorite) per poi spazzare via altre avversarie ben più titolate di lei. E tutto questo senza energie e con tutti che la davano per spacciata.
Se abiti a Perloz – vale per gli umani e per le bovine – devi per forza di cosa avere una marcia in più. Non per niente a questo paese fatto di due anime – Perloz da una parte, Tour d’Héreraz dall’altra – e di un cuore indomito nel 1995 hanno assegnato la medaglia di bronzo al valore militare “per l’indomita lotta della popolazione intera contro i nazifascisti”.
Tornando alle reines, l’ultima ad arrendersi a Moteila è stata Liv di Matteo Consol, alla sua prima qualificazione. In semifinale altre due potenziali finaliste, che a dirla tutta finaliste lo erano già state: insieme, un anno fa, a Jovençan. Manda di Devis Ghirardo e Merlo di Paola Stevenin arrivano entrambe dalla stalla dei fratelli Quendoz, anche se da un po’ di tempo risiedono a Issime. Nell’aprile scorso a Pompiod erano arrivate in finale nel terzo peso, ma non avevano combattuto. Gli ex proprietari avevano preferito così: bosquet a Merlo, piazza d’onore per Manda. Oggi si sono solo sfiorate in arena, chissà cosa sarebbe successo se il destino le avesse messe di fronte davvero. Ci ha pensato Moteila di Didier Millesi – in collaborazione con Liv di Matteo Consol – a cancellare ogni dubbio.
LE QUALIFICATE
Prima categoria (26)
- Sirena di Sergio Juglair di Pont-Saint-Martin (670 chili)
- Tiki di Sandro Ronco di Issime (763 chili)
- Frimousse di Edy Surroz di Brusson (665 chili)
- Bufera dei fratelli Arvat di Donnas (705 chili)
Seconda categoria (34)
- Beskiada di Alfredo Girod di Fontainemore (569 chili)
- Rebelle di Fulvio Follioley di Donnas (549 chili)
- Lombardeun di Patrick ed Emanuele Ronco di Issime (560 chili)
- Hope di Raffaele Follioley di Donnas (562 chili)
Terza categoria (52)
- Moteila di Didier Millesi di Perloz (514 chili)
- Liv di Matteo Consol di Pont-Saint-Martin (518 chili)
- Manda di Devis Ghirardo di Issime (507 chili)
- Merlo di Paola Stevenin di Issime (503 chili)