La questione sulla nomina del direttore del Parco del Grand Paradiso continua a far discutere fuori dall’aula consiliare. Dopo la bocciatura di una mozione da parte dell’ultimo Consiglio regionale il movimento dell’Arcobaleno in una nota ha criticato il comportamento della maggioranza e del senatore Augusto Rollandin, giudicando un taccone la designazione di Picco come 13esimo uomo del consiglio direttivo dell’Ente parco. Nella nota si legge che nulla si sana così facendo “poiché spetta al ministro dell’Ambiente Matteoli, con proprio decreto la nomina, dopo aver sentito le due regioni interessate: ad oggi il decreto non c’è e le due regioni non sono state sentite in merito al nuovo componente del direttivo”. Inoltre “i due decreti del 14 dicembre rimangono illegittimi – si legge ancora nella nota – e sono impugnati davanti al Tar e dovranno essere rifatti. Tutti gli atti compiuti da gennaio ad oggi dal consiglio direttivo, dal presidente e dal Cda del Parco sono viziati di illegittimità”. A replicare alle accuse in un’altra nota il presidente della regione Carlo Perrin che precisa di aver “assicurato una costante attenzione al buon funzionamento degli organi dell’ente, garanzia di una corretta operatività, agendo di concerto con i Comuni valdostani e nell’interesse dello sviluppo delle potenzialità offerte dall’area protetta…” “La Regione – continua Perrin – ricevuti i decreti del Ministro dell’Ambiente riguardanti la costituzione del Consiglio direttivo e la nomina del Presidente si è infatti immediatamente attivata con la Regione Piemonte e nei confronti del Ministero per far rilevare l’incongruenza e il mancato rispetto dell’Intesa siglata nel 1997. In mancanza di formali assicurazioni ministeriali si è così promosso un ricorso al Tar del Lazio”.
“Sembra peraltro – conclude il presidente della Regione – che la situazione sia in fase di definizione e lo speriamo per il bene delle comunità che vivono nel Parco”.