“Contratti a tempo determinato illegittimi”: la J.B. Festaz dovrà risarcire 4 lavoratrici

A deciderlo ieri, venerdì 1° aprile, il giudice del lavoro Eugenio Gramola che ha pronunciato una sentenza a favore di una Adest e tre infermiere destinata a far discutere e a creare un importante precedente in materia di rapporti di lavoro.
Società

Sono “illegittimi” i contratti a tempo determinato di 4 dipendenti, una Adest e tre infermiere professionali, della casa di riposo J.B. Festaz di Aosta. A deciderlo ieri, venerdì 1° aprile, il giudice del lavoro Eugenio Gramola che ha pronunciato una sentenza destinata a far discutere e a creare un importante precedente in materia di rapporti di lavoro.

Ora la casa di riposo, secondo quando disposto dal giudice, dovrà risarcire 20 mensilità alle 4 dipendenti con cifre che oscillano tra i 40mila e i 50 mila euro per ogni lavoratrice a seconda del livello e della qualifica occupata.

Al centro della causa promossa dalle lavoratrici, che si sono rivolte alla Cgil di Aosta, il tipo di rapporto di lavoro che le lega alla struttura assistenziale per anziani. Prestavano da diversi anni servizio con continuità nella casa di riposo prima mediante un contratto di co co co (collaborazione coordinata e continuativa) e poi con un rapporto di lavoro a tempo determinato  prorogato per anni con una serie di rinnovi senza interruzioni tra un periodo e l’altro.

Negli anni queste lavoratrici hanno sempre avuto sulla testa la spada di Damocle del rapporto a tempo determinato e si sono dovute sottopporre a più concorsi per posti a termine quando la legge, a livello nazionale e comunitario, impone che il rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni sia di norma a tempo indeterminato e si possa ricorrere al tempo determinato solo per far fronte a esigenze temporanee e se si rispettano alcuni limiti e norme” spiega Carmela Macheda della Funzione pubblica della Gcil.

Secondo il giudice, questi limiti e il presupposto delle esigenza temporanea non sarebbero stati rispettati nella casa di riposo che è un ente pubblico: da qui una sentenza che “promette” di dar vita ad alcuni importanti precedenti. “Abbiamo ancora diverse cause pendenti sempre su questo fronte con l’Azienda Usl ed altri enti pubblici” specifica ancora Carmela Macheda.

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