Coronavirus, la ripresa per Aosta passa anche dalla tecnologia

Dopo le audizioni in Commissione speciale Covid del Presidente della Chambre Rosset e del delegato Adava Bich, una delle richieste fatte al Comune è quella di accelerare per una connessione web più rapida e per tutti. Il Terzo settore, con Jean Frassy, spinge per la coprogrammazione.
La Commissione speciale del Comune di Aosta
Società

Passa anche dalla tecnologia – come dalla capacità e la possibilità di programmare – l’uscita dalla crisi che l’emergenza sanitaria ha portato con sé, in particolare, ma non solamente, per quello che riguarda la città di Aosta.

Questo quanto emerso nelle seconda tranche di audizioni della Commissione speciale istituita dal Comune oggi, 21 dicembre.

Chambre: la ripresa naviga anche sul web

Necessità di cui parla, in primis, il Presidente della Chambre valdôtaine Nicola Rosset: “La città – ha spiegato – ha bisogno di connessione ad internet. Per tutti gli esercizi è infatti scadente o scarsa, mentre dovrebbe essere il primo punto. Per noi è necessario creare delle reti d’impresa, e strutture come il Comune possono permetterci di avere connessioni rapide, che possono dare nuova vita anche ad attività più ‘antiche’”.

A questo si aggiunge la possibilità di avere un “collettore”, che Rosset ha anche individuato: “Con la passata Giunta – spiega ancora il Presidente della Chambre – avevamo proposto di rivitalizzare il mercato coperto in cui pensiamo si possa, come in altre città, fare una Pépinière d’entreprises per artigiani, commercianti e terzo settore. Dopo la pandemia Aosta potrebbe avere un appeal in cui le persone potrebbero valutare anche una ‘residenza lavorativa’ di un paio di giorni per operare da qui. Oggi abbiamo una possibilità, perché una persona in smart working non può lavorare dove non c’è connessione. Mi piacerebbe vedere che una città bella come Aosta potesse spiegare con un QR code i monumenti, le possibilità di acquisto, i percorsi. Così saremmo contemporanei, perché oltre che di ‘ristori’ bisogna parlare di programmazione”.

Adava: investire sul futuro

Discorso che si allinea perfettamente a quello di Marco Bich, delegato dell’Adava per il comprensorio Aosta/Plaine: “È un aspetto molto importante, Aosta non ha sito un turistico all’altezza. Le grandi mete turistiche sul web hanno invece un sito attrattivo, di facile lettura, con tutti gli aspetti turistici ben chiari. È importante avere un sito emozionale, che contenga anche le possibili prenotazioni alberghiere. Come Adava stiamo lavorando ad una bozza, che a breve dovrebbe essere online”.

Anche perché il momento è drammatico: “La maggior parte delle nostre strutture è chiusa – aggiunge Bich –, il turismo è nullo. Siamo noi per primi ad evitare che i turisti vengano, perché la situazione non concede di godersi la città e la regione, con SkyWay, gli impianti, i ristoranti ed i musei chiusi. E purtroppo le spese ci sono, i costi fissi continuano ad arrivare e cominciamo ad essere in difficoltà perché la liquidità sta finendo. Per noi serve un investimento sul futuro, per ripartire a pieno regime, e che permetta alla città di sviluppare tutto il suo potenziale”.

Il Terzo settore spinge per la coprogrammazione

Jean Frassy, portavoce del Forum del Terzo Settore Valle d’Aosta, torna invece sulla necessità di programmazione. Anzi, di coprogrammazione.

“La proposta che faccio alla Commissione – ha spiegato – è quella di utilizzare questo particolare momento per avviare su scala comunale delle logiche di coprogrammazione, un dispositivo finalizzato a individuare da parte delle pubbliche amministrazioni e degli Enti del Terzo settore degli interventi necessari da realizzazione sul territorio. È un’opportunità legislativa di grosso rilievo, e in questa fase può essere una ‘cornice’ per rendere i processi avviati più efficienti, affrontare assieme i problemi e le esigenze prioritarie emergenti”.

“Un aspetto questo di grosso rilievo – ha aggiunto Frassy –, soprattutto se si guarda avanti per mettere a fuoco il periodo dopo l’emergenza di particolare criticità, non solo per le presone fragili ma anche per chi si trova oggi esposto a difficoltà sociali e di carattere economico”.

Diversi gli ambiti di azione: “Su tutti i servizi di competenza comunale, dagli anziani ai minori, fino al contributo che il Comune può dare per le politiche attive del lavoro – ha proseguito Frassy –. L’aspetto interessante è che questo potrebbe essere il luogo in cui si aggregano risorse, non necessariamente di fonte comunale ma anche terze, delle quali gli organismi del Terzo settore hanno disponibilità partecipando a bandi nazionali o di fondazioni bancarie, o ancora attivando le risorse che arrivano dalle donazioni”.

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