Una settimana ad AostaSera, per me che la Valle d’Aosta l’avevo vista soltanto in fotografia. Un’esperienza possibile grazie a un “prestito” giornalistico, l’Erasmus delle redazioni promosso dall’Anso, l’Associazione nazionale stampa online. Il mio viaggio col taccuino in mano parte dalla Sardegna e da LinkOristano, quotidiano che mi ha accolto quattro anni fa e mi ha permesso di mettere radici nella mia città, Oristano.
Ad Aosta sono arrivato domenica scorsa. Il giorno seguente sono entrato per la prima volta in redazione. Ad accogliermi una squadra di giornalisti e giornaliste preparati e aggiornati, capaci di arrivare al cuore della notizia, anche con approfondimenti video e un’accattivante comunicazione social. Ho trovato tanta pioggia, ma soprattutto un ambiente familiare, aspetto quest’ultimo che ha facilitato il mio inserimento e mi ha permesso di entrare subito in sintonia con i colleghi.
Non è stata però una settimana di solo lavoro. Ho avuto modo di scoprire il centro cittadino di Aosta e ammirare l’arco di Augusto e la Cattedrale, con le montagne ancora imbiancate sullo sfondo. Inoltre, ho visitato il Museo archeologico regionale, il criptoportico forense e il chiostro di Sant’Orso. Unica pecca il Teatro Romano, chiuso per lavori. Sarà una buona scusa per tornare in futuro.
In valigia porterò con me anche il ricordo di un freddo maggio valdostano, in particolare della gelida Verrayes, che ho visitato in occasione della recente tappa della Soirée Vertikal. Ad AostaSera va il mio ringraziamento per l’ospitalità. Ci vediamo in Sardegna.
Una risposta
Caro Marco, vienici a vivere in Valle d’Aosta, e vedrai che non è tutto rose e fiori come quelli che hai annusato in questa settimana…