Dantedì, lo studente valdostano Xavier Trevisan vince la maratona poetica

Studente del Liceo Classico, Xavier ha conquistato con una terzina da lui composta il primo premio nella categoria del Paradiso, aggiudicandosi una visita a numero chiuso della Casa di Dante, alla riapertura dopo l'aggiornamento e il nuovo allestimento museale, con la presenza del Sindaco di Firenze, del Rettore dell'Università di Firenze.
Xavier Trevisan
Società

C’è anche un valdostano fra i vincitori della maratonapoetica organizzata dal Museo “Casa di Dante” di Firenze, concorso nazionale di poesia dantesca. Si tratta di Xavier Trevisan, 19 anni di Aosta, studente all’ultimo anno del Liceo Classico.

Il ragazzo ha conquistato con una terzina da lui composta il primo premio nella categoria del Paradiso, aggiudicandosi una visita a numero chiuso della Casa di Dante, alla riapertura dopo l’aggiornamento e il nuovo allestimento museale, con la presenza del Sindaco di Firenze, del Rettore dell’Università di Firenze e di autorità culturali e dell’attore Francesco Pannofino, doppiatore di Dante, nella nuova sala dedicata alla Divina Commedia.

Il regolamento chiedeva di scrivere da una a tre terzine per una o più cantiche, a scelta. Xavier ha partecipato a tutte e tre le cantiche Inferno, Purgatorio e Paradiso.

“Ho partecipato alla #maratonapoetica con nove terzine con chiusa – dice Xavier Trevisan – chiedendomi quanto ancora Dante possa insegnarci, oggi e ancora di più in questo tempo così difficile. Ecco allora l’Inferno della malattia, il Purgatorio della quarantena e il Paradiso del lavoro dei medici, infermieri, operatori che stanno salvando moltissime vite. In queste brevi composizioni ho cercato di inserire tutto il mio amore per Dante, attualizzandolo al problema Coronavirus che stiamo vivendo in questi mesi”.

Ecco la terzina di Xavier risultata vincitrice

Paradiso

La gloria d’un Paese che resiste /

i’ vo’ cantar, di medici e infirmieri /

che compiono prodezze già mai viste. /

Di questi magni spirti, condottieri /

laudare voglio l’opera benigna /

che salva ancor dal morbo, come ieri. /

D’amore infervorati da Ciprigna /

pazienti salvan, fanno cose belle /

alacri salvator de la Sua vigna, /

mossi d’amor che move Sole e stelle. /

 

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