“La mafia peggiore è quella delle parole, dobbiamo rimanere uniti per creare una sola forza propositiva e concreta”. Così Don Luigi Ciotti ha aperto il suo discorso ad Aosta.
Il fondatore di Libera ha parlato in piazza Chanoux, in occasione dell’iniziativa “100 passi di speranza” di Libera Valle d’Aosta, organizzata a seguito dei recenti avvenimenti che “hanno fatto aprire gli occhi ai valdostani, dimostrando che la mafia nella nostra regione è presente eccome”, come hanno commentato i responsabili dell’associazione.
Ciotti ha parlato di un ritorno alla politica vera ed autentica, dove i cittadini devono collaborare con le istituzioni quando efficaci e essere “la loro spina del fianco”, quando corrotte, sottolineato con forza la necessità di una reazione da parte di tutti, poiché “Non non possiamo stare zitti e inerti quando calpestano la libertà e il bene comune. La Valle d’Aosta ha moltissime bellezze da mostrare, purtroppo coperte da cose che fanno più rumore.”
Molte parole state spese sull’atteggiamento passivo della maggior parte delle persone, che, pur consapevoli della situazione di corruzione, preferiscono non reagire, contribuendo così al diffondersi del problema.
Il fondatore di Libera ha poi messo in evidenza l’importanza delle forze dell’ordine, che “fanno la loro parte con mezzi insufficienti, per questo è importante sostenerli.
“Una grande accusa è stata rivolta all’ Italia, la cui situazione è resa ancora più grave dall’ignoranza “L’Italia, la culla della cultura, è in realtà il fanalino di coda dell’Europa. Perdiamo il 40% degli studenti per strada e l’analfabetismo di ritorno è diventato nuovamente un problema diffuso. È infatti estremamente importante parlare e denunciare, con competenze e spirito costruttivo.”
Don Ciotti ha concluso il suo discorso invitando i valdostani ad essere fiduciosi e a reagire “Non perdiamo speranza, siate orgogliosi di essere valdostani.”
Ciotti domani si troverà con parenti di vittime di mafia a Montecitorio, dove sarà presente anche una delegazione valdostana.
Le sue parole hanno chiuso la manifestazione, che era partita in Piazza Roncas, tra cori e striscioni.
Unica nota stonata dell’iniziativa l’infelice uscita di un gruppetto di ragazzi, che al passaggio del corteo si sono avvicinati al grido di “Viva la mafia”.