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Elettrificazione Aosta-Ivrea: ecco i nuovi treni elettrici

Il primo treno ordinato nel dicembre 2022 è pronto. Avranno 50 posti in più, per una capienza totale di 448 persone, compresi i posti in piedi.
Società

I treni elettrici sono quasi pronti, ma per vederli in circolazione bisognerà attendere la fine dei lavori dell‘elettrificazione della linea Aosta-Ivrea, previsti per il 2026. 
Si tratta di quattro convogli. Il primo treno, elettrico, ordinato nel dicembre 2022, è stato ultimato in meno di 18 mesi e dovrà ora effettuare le prove dinamiche necessarie a ottenere l’autorizzazione all’esercizio da parte dell’Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria (ANSFISA). Il secondo treno è interamente assemblato, il terzo, è in fase di assemblaggio, mentre per il quarto sono state al momento verniciate le casse.

Nei giorni scorsi l’Assessore regionale ai trasporti Luigi Bertschy ha effettuato un sopralluogo nello stabilimento dell’azienda Stadler, a cui la Regione si era già rivolta per i treni bimodali.

Nuovi treni elettrici Vda, elettrificazione Aosta Ivrea
Sopralluogo dell’Assessore Bertschy alla Stadler

I nuovi treni elettrici sono realizzati con la stessa tipologia dei bimodali attualmente in esercizio, ma, con l’eliminazione del ‘power pack’, è aumentata la capacità di circa 50 posti, permettendo anche l’inserimento di un’ulteriore toilette. Sono dotati di 215 posti a sedere oltre a 21 strapuntini per una capienza totale pari a 448 persone, compresi i posti in piedi. Le sedute dei nuovi treni elettrici sono realizzate in ecopelle così da permettere una più agevole ed efficace pulizia e, grazie ad una maggiore spazio rispetto agli standard minimi richiesti, garantiscono un confort più elevato.

Sono costituiti da 4 casse per una lunghezza di circa 80 metri e sono dotati di 5 carrelli di cui 2 motori. Possono raggiungere la velocità di 160 chilometri orari e sono alimentati da motori elettrici a 3 Kv. Come nei precedenti, viene confermata la presenza di una porta da 1,3 m per cassa ognuna con pedana retrattile, di due porte per ogni cabina dei macchinisti, di un bagno PRM, del porta bici/porta sci e di una presa elettrica a 220 V per ogni coppia di sedili. Rispetto ai bimodali circolanti, in questi nuovi treni è stata aggiunta una toilette più piccola, la postazione per due e-bike e due prese elettriche USB (di tipo A e C) per ogni coppia di sedili.

“La visita nella sede polacca dell’azienda svizzera, – spiega l’Assessore Bertschy – ci ha consentito di verificare il buon andamento della fornitura, l’interessante organizzazione del sito produttivo, la qualità del materiale rotabile, già apprezzata sui treni bimodali. Con le migliorie introdotte, tra cui il maggiore numero di posti a sedere, il viaggio sulla tratta valdostana sarà più confortevole, anche grazie ai consigli e alle segnalazioni di chi utilizza giornalmente i servizi di trasporto”.

Accanto agli investimenti, in corso, sull’infrastruttura, l’Assessore ricorda come il progetto prevede il miglioramento delle “stazioni, delle aree di parcheggio e di scambio intermodale e dei servizi digitali”.

 

8 risposte

  1. Buongiorno. Ma Voi conoscete i significati di quello che scrivete? “Casse” ?? Immagino siano i vagoni… ma se è così perché non lo spiegate? “Power pack” ?? Immagino sia il motore diesel del treno bimodale…ma se è così perché non lo spiegate? Ben 448 posti? Ma se quasi la metà sono improbabili posti in piedi?? “Bagni PRM”?? Boh?? Ho cercato su Google ed ho scoperto che sono i bagni per disabili. Dato che dopotutto siete giornalisti e quindi dovreste essere esperti in comunicazione, perché non spiegate i concetti invece di fare un copia/incolla delle schede tecniche??

  2. Treni svizzeri prodotti in Polonia. Mah. Chissà per quale motivo… I treni prodotti a Savona, Pistoia o Savigliano non erano abbastanza cari

  3. Prolungare poi su Pre st Didier non sarebbe cattiva idea, magari utilizzando gli attuali bimodali. Ma come per il trenino del Drink, non c’è peggior sordo…..

    1. No, sarebbe una cattiva idea perché sarebbero necessari 71 milioni di euro per le opere di manutenzione senza contare che quando era in servizio era in perdita.

      1. È la mentalità italiana. Se il Drink e la linea Ivrea-Aosta fossero in Svizzera, li avrebbero già resi treni turistici valorizzando le aree e, di contraltare, portando più soldi.
        Ovviamente appalto e controllo lavori devono essere dati a personale competente, meglio se di zona.
        Con personale adeguato gli errori di raggi di curvatura, di sopraelevazione in curva e nei deviatori della linea del Drinc si sarebbero evitati! Folle, infine, per “risparmiare” nello scavo della galleria del Drinc pretendere di far entrare persone in un treno con misure da “miniera”, conclusione: miliardi buttati ed astio aumentato della popolazione se i soldi verranno spesi per incentivare il trasporto su ferro.
        Non siamo proprio capaci di “copiare” dalla vicina Svizzera che ha una miriade di treni turistici a scartamento ridotto con bilancio attivo.

        Ma come già scritto… non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!

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