Fratello e amici sui sentieri del Tot Dret in ricordo di Philippe Favre
La libertà è partecipazione: questo è il nome dell’associazione sportiva con cui si erano iscritti per partecipare al Tot Dret Jean Claude Favre e suo fratello Philippe.
Philippe Favre era una guida alpina della società di Valgrisenche, conosciuto nel mondo degli amanti della montagna. Era stimato e apprezzato per il suo lavoro ma era soprattutto un fratello. A marzo un tragico incidente con il parapendio lo ha portato via dai suoi amici e famigliari.
Philippe aveva deciso di partecipare al Tot Dret e aveva convinto anche il fratello Jean Claude ad iscriversi insieme a lui. Non si allenava per fare competizioni e non era un habitué delle gare di trail e la decisione, a sorpresa, di iscriversi al Tot Dret l’aveva presa per poter condividere con suo fratello Jean un momento insieme e assecondare la sua nuova passione.
Il suo mestiere lo aveva portato a lavorare al Tor des Géants come guida nella scorsa edizione, ad aiutare gli altri e lì durante il suo turno aveva percepito nell’aria una bella energia e ne era rimasto affascinato.
La sua compagna Francesca lo definisce come la persona meno competitiva che conosceva eppure lo aveva incoraggiato nella sua impresa al punto che, dopo la tragedia, aveva pensato di partecipare lei al suo posto, ma vista la mancanza di allenamento per poter portare a termine l’intero percorso ha sparso la voce tra gli amici che hanno subito accolto la sua proposta.
Ne è nata una staffetta indipendente tra amici che porteranno alternandosi a tappe il pettorale di Philippe, accompagnandolo sul percorso insieme al fratello Jean. Una catena di amici entusiasti che incastrando ferie, permessi sul lavoro e offrendo la disponibilità ad aiutarsi a vicenda a portare il pettorale cercherà di arrivare a Courmayeur. Lì si ritroveranno tutti insieme per festeggiarne l’arrivo.
Visto il regolamento di gara che non prevede l’assistenza di un corridore cercheranno semplicemente, se possibile, di stare vicino a Jean e correre dei tratti con lui per fargli sentire la presenza del fratello.
Un’esperienza da condividere tutti insieme, un simbolo dell’unione tra fratelli che avevano deciso di affrontare insieme questa sfida senza spirito competitivo, solamente uniti dalla stessa grande passione per la montagna che li univa e che continua ad unirli ancora ora.