Ghiandaie, ambientalisti: “In 10 anni di abbattimenti i danni alle mele non sono diminuiti”

Le associazioni spiegano di aver chiesto anche quest'anno alla Regione di affrontare il problema con metodo scientifico, prendendo ad esempio soluzioni "non cruente ed efficaci" messe in atto da altri paesi.
Società

"I dati che la stessa Regione Valle d’Aosta ha raccolto dimostrano che, nonostante 10 anni di abbattimenti fuori stagione, i danni alle mele non sono diminuiti, e anzi in alcune annate – quando paradossalmente i prelievi sono stati maggiori – maggiori sono stati anche i danni". Così in una nota le associazioni WWF Piemonte e Vda, la lega abolizione Caccia (Lac) Valle d’Aosta, la Lav, Pro Natura Piemonte e Legambiente Vda commentano la scelta dell’Amministrazione regionale di prorogare per i prossimi 5 anni il piano di abbattimento delle ghiandaie e della cornacchia. 

"Lo stesso Assessorato ammette testualmente che “il valore economico dei danni arrecati da questa specie in termini assoluti non è elevato, in realtà, la percezione soggettiva degli stessi da parte dei produttori risulta molto amplificata a livello psicologico”. Davvero gli agricoltori si accontentano dell’effetto placebo di un’azione che si protrae nella sua inutilità da 10 anni?" si domandano nella nota le associazioni ambientaliste

"Tutto ciò ha del surreale – sottolineano ancora le associazioni –  così come quando si afferma di voler difendere "aree agricole di forte valenza turistico/ambientale e la diversificazione paesaggistica con alternanza di diverse colture agrarie, mediante creazione di nuovi vigneti e frutteti di montagna": un benvenuto al turista tra le valli coltivate e soggette ad attività venatoria anche in periodo primaverile ed estivo"

Le associazioni  spiegano di aver chiesto anche quest’anno alla Regione di affrontare il problema con metodo scientifico, prendendo ad esempio soluzioni "non cruente ed efficaci" messe in atto da altri paesi.

"D’altronde cosa potevamo aspettarci – concludono le associazioni – da una Giunta che dice di promuovere il turismo naturalistico e il patrimonio faunistico e nel contempo non rinuncia ad accontentare la lobby dei cacciatori anche quest’anno ammettendo la caccia la domenica, la caccia alla volpe e cinghiale da settembre a fine gennaio“senza alcun limite numerico”, e quella alla piccola fauna alpina, già in stato di cattiva conservazione secondo gli studi transfrontalieri del progetto ALCOTRA?"
 

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