“Sulla presentazione del libro di Gianluigi Paragone ho avuto personalmente fin dall’inizio delle serie perplessità, che ho rappresentato in sede di Ufficio di Presidenza”. Così il Presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin, da noi interpellato, risponde alle critiche piovutegli addosso per l’appuntamento con il leader di ItalExit, patrocinato dal Consiglio regionale.
“Il Consiglio regionale è un organismo di rappresentanza plurale e, in quest’ottica, l’Ufficio di Presidenza sceglie collegialmente le iniziative da organizzare o da sostenere” spiega Bertin. Oltre al presidente del Consiglio Valle, dell’organismo fanno parte i vice presidenti Paolo Sammaritani della Lega Vda e Aurelio Marguerettaz dell’Uv, quest’ultimo peraltro moderatore della serata, e i consiglieri segretari Luca Distort della Lega Vda e Corrado Jordan di Alliance/VdA Unie.
Le perplessità di Bertin sull’organizzazione della serata derivano dal fatto che “i libri presentati sino ad ora sono sempre stati proposti da associazioni/enti del territorio e collegati alla loro attività, mentre nel caso di Paragone non è stata una richiesta collegata con la realtà locale”. Inoltre essendo l’autore del libro il fondatore e leader della Lista “per l’Italia con Paragone – ItalExit” “alla vigilia delle elezioni europee, non ritenevo appropriato promuovere un libro il cui autore è un attore politico, questo a prescindere dalla sua appartenenza politica e dalle sue idee (che peraltro non condivido)”.
A poche ore dall’appuntamento a intervenire nel dibattito è anche Adu Vda che parla di fatto grave.
“La Valle d’Aosta ha una tradizione federalista ed europeista: cosa può condividere con un personaggio che nelle sue liste ha ospitato i fascisti del terzo millennio di Casa Pound?” si chiede il movimento. “Gli autonomisti hanno molti difetti, ma speravamo di evitare la simpatia per quell’estrema destra che vorrebbe distruggere il progetto, sicuramente migliorabile, di un’Europa unita. In gioco non ci sono solo i soldi dei contribuenti, ma la nostra idea di democrazia”.
Adu Vda evidenzia infine di non essere contraria “alla presentazione del libro di un personaggio discutibile, ma al fatto che il Consiglio regionale, l’organo che dovrebbe rappresentare tutti i valdostani, se ne faccia simbolicamente carico”.
Per l’appuntamento da quanto finora pubblicato sul sito del Consiglio Valle sono stati spesi 183 euro per l’affitto della sala.
“Stupiti che il presidente progressista Bertin faccia pubblicità al leader di Italexit”
“Per quale motivo si spendono soldi di tutta la comunità per fare pubblicità in Valle d’Aosta al leader di Italexit?”. La domanda arriva dalla consigliera regionale Chiara Minelli che, sull’appuntamento organizzato per domani, martedì 21 novembre, dall’Ufficio di presidenza con Gianluigi Paragone, ha presentato una interrogazione a risposta scritta per il prossimo Consiglio regionale.
Minelli evidenzia in particolare lo “stupore che un Presidente del Consiglio eletto in una lista progressista e membro di un gruppo consiliare che si definisce federalista si faccia promotore di una iniziativa che offre una vetrina al leader di Italexit, sostenitore di tesi antieuropeiste e contiguo a formazioni politiche di destra”.
Minelli ha chiesto, in particolare di avere copia della Deliberazione dell’Ufficio di presidenza per tale conferenza, che però sembra non esistere. “C’è solo un Verbale dell’Ufficio di Presidenza. Verbale che ho subito richiesto, ma che, a distanza di una settimana, non ho ancora ricevuto” prosegue la consigliera, evidenziando di aver ricevuto “varie segnalazioni di stupore e stizza da parte di cittadini ed elettori”.
La serata, in programma domani alle ore 18 nella sala conferenze della Bcc valdostana, dove Paragone presenterà il suo ultimo libro “Moderno sarà lei”, sarà introdotta dal vicepresidente del Consiglio Valle, Aurelio Marguerettaz.
2 risposte
Alberto Bertin parla come se non fosse lui il presidente del Consiglio Valle. Vero è che ha dimostrato tutta la sua inappropriatezza a svolgere tale ruolo, però per la casse pubbliche è lui a presiederlo. E questo, credo, da cittadino, sia l’aspetto che più fa arrabbiare.
In altre parole, Alberto Bertin ammette: “Sono presidente del Consiglio regionale per lo stipendio, per il resto non conto nulla”.
Viva la sincerità!