I docenti dell’Isitip tra perplessità e preoccupazioni

I docenti dell’Isitip delle sedi di Verrès e Pont-Saint-Martin chiedono in una lettera inviata all'Assessore alla Cultura e al Presidente della GIunta una pianificazione chiara dell’offerta di istruzione secondaria.
Palazzo regionale
Società
"Il 10 dicembre 2009 è stato reso pubblico un documento in cui si prefigura il riordino del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione in Valle d’Aosta, altrimenti detta riforma della scuola secondaria superiore.La lettura di tale documento ha suscitato in noi docenti dell’Isitip delle sedi di Verrès e Pont-Saint-Martin alcune perplessità e preoccupazioni che vogliamo condividere con voi.
Perché non viene operata una scelta a livello politico di quali scuole sono necessarie al nostro territorio e perché si lascia, invece, alla roulette del numero di iscritti l’apertura e la chiusura delle scuole? Dov’è rimasta l’intenzione di decentrare l’istruzione tecnica e professionale che ci sembrava essere implicita con la ristrutturazione dell’ex Brambilla di Verrès?
Ci preoccupa il fatto che non emerga una pianificazione dell’offerta di istruzione secondaria capace di rispondere alle esigenze occupazionali del nostro territorio e una dislocazione delle sedi scolastiche in grado di soddisfare le esigenze delle famiglie. Ad esempio, che fine ha fatto il progetto per la creazione di un polo tecnologico in Bassa Valle?
Queste e altre considerazioni sono state inviate in un documento di sintesi, accompagnato da una richiesta di incontro pubblico, all’assessore dell’Istruzione e Cultura Laurent Viérin il 15 dicembre 2009 e, in seguito, alla segreteria del Presidente della Giunta Augusto Rollandin.
A oggi, 14 gennaio 2010, non abbiamo ricevuto alcuna risposta, nessuno si è dimostrato interessato ad ascoltare la nostra opinione e le nostre domande. Ci chiediamo quale orientamento scolastico potremo mai proporre alle famiglie e ai ragazzi della terza media, dal momento che nessuno ha fornito un quadro chiaro di quella che sarà la futura scuola valdostana. Ci sembra più serio, al momento, come professionisti della scuola, fare un passo indietro per non “vendere” un prodotto sconosciuto, o comunque poco trasparente".

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