Domenica 23 giugno 1963 nella chiesa di Santa Croce ad Aosta c’era gran fermento: sei giovani valdostani si preparavano a ricevere il sacramento dell’Ordine.
Fra quei sacerdoti c’era anche un venticinquenne di Brusson dal ciuffo ribelle: don Quinto Vacquin.
Sul Messager dell’anno successivo, il 1964, possiamo vedere la foto scattata in quell’occasione: don Quinto è in posa con i suoi confratelli… ha un largo sorriso e le mani giunte.
E’ lo stesso sorriso che ancora oggi, a cinquant’anni esatti da quel giorno, illumina il suo volto.
E sono quelle mani gentili che in questi cinquant’anni di servizio alla comunità hanno battezzato decine di bambini, benedetto matrimoni, celebrato funerali, offerto la comunione; ma anche mani ruvide che hanno lavorato, zappato, imbiancato, sollevato pesi e che tanto hanno fatto per le nostre cappelle e le nostre chiese.
E poi, anche se da quella fotografia non si poteva sentire, c’è la voce: una voce di preghiera, di ascolto, di calma, di insegnamento e di grande umiltà; la voce del bel canto e della passione per la musica che ha saputo creare amicizia e unione.
Ed infine un gran cuore pronto ad aiutare e a venire incontro al prossimo, sempre in silenzio e senza ostentazioni.
A cinquant’anni esatti di distanza, le comunità di Arvier e di Avise, unite a quelle di Porossan e di Introd, hanno voluto ringraziare don Quinto per quanto ha fatto in questi cinquant’anni di sacerdozio e per quanto ancora farà.
Una splendida giornata di sole, iniziata con la Messa solenne concelebrata dal nostro parroco con don Minuzzo e don Segafredo, e proseguita con le foto di rito sul sagrato della chiesa e l’aperitivo comunitario all’area verde.
Grazie don Quinto, grazie di cuore!
I parrocchiani