Sei ore di attesa nascosto in una buca, tra la neve, al freddo, per riuscire a incontrarlo e guardarlo negli occhi, per poi realizzare quelle che probabilmente saranno le immagini più belle del suo documentario. Domenica scorsa, il film maker Michel Dalle ha finalmente avuto l’occasione che aspettava da mesi: trovarsi faccia a faccia con un lupo intento a “pasteggiare” con i resti di uno stambecco. E’ successo nella valle del Gran San Bernardo, dove la predazione è stata tra l’altro segnalata da due giovani cacciatori valdostani.
“In questo caso lo stambecco era stato travolto da una valanga e successivamente attaccato dal lupo”, spiega Dalle. “In genere cacciano prede piccole che possano spostare in maniera agile, come conigli o piccoli cervi, anche non è da escludere talvolta possano puntare anche qualche stambecco, soprattutto se questo ha invaso il loro territorio”.
Già sceneggiatore di “cAPEnorth” nel 2015, con la sua casa di produzione Grobeshaus, Dalle ha iniziato a lavorare al progetto nel mese di agosto, reperendo le prime informazioni in alcuni alpeggi, non solo rispetto a presunti attacchi di lupo, ma anche in merito ad antiche “leggende” legate al suo arrivo in Valle d’Aosta. “Ho condotto un po’ di ricerche per capire da dove viene, parlando in particolare con allevatori e cacciatori – spiega Dalle – è interessante capirne le origini per poter analizzare meglio la situazione oggi”.
Dalle ha girato la Valle d’Aosta per un paio di mesi, in base agli avvistamenti, informandosi sul territorio e cercando di entrare in contatto più persone possibili, tra cui anche agricoltori, forestali, politici e attivisti di associazioni varie. Già, perché l’obiettivo del documentario, secondo la volontà del regista, è di “far emergere e affrontare in maniera imparziale le contraddizioni legate alla presenza di questo animale in Valle d’Aosta”. Ad esempio, spiega ancora il giovane, “è particolarmente interessante capire il ‘peso politico’ del lupo e della sua gestione: ho calcolato che può ‘muovere’ potenzialmente circa 15mila voti”.
Per restare imparziale e non essere quindi influenzato in nessuno modo, Dalle ha deciso di dedicarsi completamente al progetto, per 18 mesi, autofinanziandosi. “Non voglio essere indirizzato né da una parte, né dall’altra – conclude – e nemmeno sottostare a limiti di tempi o scadenze varie, se non date dal mio budget, purtroppo non infinito”.
Il risultato sarà un film di 90 minuti, se non di più, frutto di un lavoro minuzioso e paziente, condotto spesso e volentieri con il suo zaino da 32kg sulle spalle, carico di attrezzature varie, alla ricerca di una verità che forse, alla fine, cambierà di continuo a seconda della convenienza, della situazione e delle contingenze.