Il medico Salico e il parroco Alliod proclamati Giusti fra le Nazioni

20 Settembre 2023

La storia dell’olocausto, e della persecuzione razziale, fatta di odio, morte e sopraffazione, cela episodi di eccezionale altruismo, compiuti da chi ha contribuito a salvare degli ebrei dalla deportazione o dalla morte, a rischio della propria vita. Sono coloro che lo Stato d’Israele riconosce con la sua massima onorificenza civile: il titolo di Giusto fra le Nazioni. Oggi, mercoledì 20 settembre, a Saint-Vincent ne sono stati proclamati due, entrambi legati al comune della media valle, Osvaldo Salico, medico condotto del paese negli anni della seconda guerra mondiale, e don Louis François Alliod, parroco del luogo.

I loro nomi si aggiungono a quelli dei circa 700 cittadini italiani riconosciuti Giusti dallo Yad Vashem di Israele, l’ente per la memoria della Shoah istituito dalla Knesset nel 1953, e a quelli dei tre valdostani che, sino ad oggi, hanno ricevuto l’onorificenza: Don Cirillo Perron, già parroco di Courmayeur dal 1939 al 1989, nonché Ercole e Gina Piana di Bard. Per l’occasione, a consegnare il riconoscimento ad una nipote del sacerdote e ai figli del dottore è stato l’ambasciatore d’Israele in Italia, Alon Bar.

“Di fronte all’odio non si può restare in silenzio”

“Come tutti i giusti tra le Nazioni, – ha detto – Mons. Louis François Alliod e il Dott. Osvaldo Salico capirono che di fronte all’odio e all’indifferenza, non si può rimanere in silenzio e voltare la testa dall’altra parte. Agendo, hanno dimostrato a tutti noi l’importanza di prendersi cura del prossimo e che ognuno di noi può fare la differenza. Scegliendo di agire, hanno garantito l’esistenza di intere generazioni che, senza il loro intervento, non sarebbero potute essere qui con noi oggi”.

Scoperta una targa per i due Giusti

Il sindaco del paese, Francesco Favre, ha osservato che “giornate come queste ci ricordano che dopo l’apparente normalità si celano eccezionali gesti di altruismo”, per poi sottolineare il “meticoloso lavoro di ricerca di Piergiorgio Crétier”, che ha contribuito a predisporre la documentazione per cui l’apposita commissione dello Yad Vashem ha votato all’unanimità il conferimento dell’onorificenza. Nell’ottica di far sì che i gesti di Alliod e Salico diventino patrimonio collettivo, il comune ha anche predisposto una targa commemorativa, che verrà collocata nella cittadina.

Il Vescovo: “Purtroppo la storia spesso si ripete”

Sui rischi dell’ignorare l’esempio dei giusti è intervenuto il Vescovo della Diocesi di Aosta, Mons. Franco Lovignana. “Purtroppo la storia spesso si ripete. – ha affermato – Il rischio che una violenza barbara torni a colpire paesi che riteniamo al riparo è un rischio reale, come dimostra la guerra che da più di un anno e mezzo insanguina l’Europa. Per questo motivo è necessario costruire pazientemente il mosaico di una cultura di pace e di rispetto della dignità umana”. Un mosaico che trova una tela più che appropriata nella commemorazione dei Giusti.

Il Presidente: “Valdostani di cui essere fieri”

Il presidente della Regione Renzo Testolin ha dichiarato che i neo-Giusti, e quelli insigniti in passato, rappresentano “valdostani di cui essere fieri”. “Nel caso di Monsignor Alliod e del dottor Salico per il coraggio e la generosità con cui hanno interpretato rispettivamente la vocazione sacerdotale e la professione medica, considerandole una missione al servizio dei bisognosi e, in particolare, di coloro che, in quegli anni bui, hanno vissuto nel terrore e nel pericolo a causa del loro essere ebrei. Monsignor Alliod e il dottor Salico hanno piantato nella nostra terra un seme di speranza di cui ci impegniamo tutti a raccogliere e a valorizzare i frutti”.

Le ricerche storiche sulle due figure

Dalle ricerche storiche di Piergiorgio Crétier, ripercorse quest’oggi dal diretto interessato, è emerso che nella casa parrocchiale di cui era responsabile don Alliod (anche arrestato e malmenato dai nazi-fascisti perché sospettato d’essere collaboratore dei partigiani e fermo nel ricordare dal pulpito, in patois, in occasione del passaggio del Duce in Valle, “passa Mussolini, ma ricordate che egli non è il Padreterno!”) vivevano alcuni ebrei e, tra questi, anche la signora Natalia Berger vedova Lebl (di nazionalità serba), che decedette in quello stabile nell’ottobre 1944 per problemi di salute. Il sacerdote, ha ricordato lo storico durante la cerimonia, riuscì a darle degna sepoltura, senza rivelare la presenza delle altre persone cui dava rifugio.

Da sinistra: Salico e monsignor Alliod.

Il medico Salico, nativo di Chiaverano (di cui oggi era presente il Sindaco), si prodigò per salvare la famiglia Eslberg, arrivata in Valle in fuga dalla Germania nazista e ricercata dalle SS, che volevano deportarla nei campi di concentramento. Il dottore visitò la famiglia ogni tre mesi, rilasciando falsi certificati medici che attestavano la loro incapacità di viaggiare. Grazie al suo intervento, quel nucleo familiare riuscì a sopravvivere alla guerra. Salico continuò a visitarli, venendo anche arrestato dal comando tedesco locale nel 1944, accusato – assieme al farmacista Augusto Stevenin e al sacerdote Alliod – di aver aiutato gli ebrei. Furono rilasciati, dopo che i partigiani restituirono le armi sottratte dai depositi tedeschi.

Presentata dal vicesindaco Maura Susanna, la cerimonia tenutasi nel centro congressi del Comune ha visto la presenza di diverse classi delle scuole di Saint- Vincent (alcuni alunni hanno anche letto pagine intense da “Se questo è un uomo” e “Il sistema periodico” di Primo Levi, arrestato dalla milizia fascista proprio ad Amay di Saint-Vincent). La banda comunale, diretta da Piermario Rudda, ha accompagnato, con le sue note, la consegna, eseguendo in chiusura gli inni “Montagnes Valdôtaines”, “Il Canto degli Italiani” e “HaTikvah”. Conclusa la cerimonia, ora inizia la sfida per la comunità tutta, affinché i gesti dei Giusti non cadano nell’oblio e nell’indifferenza.

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