Il tiro a volo che nessuno vuole: bocciato anche a Verrayes

La Giunta comunale del paese, guidata da Erik Lavevaz, ha annunciato lunedì scorso in consiglio comunale di non voler proseguire con l'iniziativa.
Società

Dopo Saint-Vincent anche Verrayes decide di abbandonare il progetto del tiro a volo. La Giunta comunale del paese, guidata da Erik Lavevaz, ha annunciato lunedì scorso in consiglio comunale di non voler proseguire con l’iniziativa.

La decisione di costruire l’impianto di tiro a volo a Verrayes era stata presa dalla Giunta regionale e comunicata dall’Assessore regionale al Turismo, Aurelio Marguerettaz, in Consiglio regionale nell’ottobre scorso. La Regione in particolare aveva scelto Verrayes in quanto i costi per realizzare la struttura sarebbero stati più contenuti rispetto ai 13,5 milioni preventivati per l’area Piole di Saint-Vincent.

Secondo quanto riferito da Marguerettaz, l’impianto che doveva inizialmente sorgere a Rapy, sarebbe costato 1,5 milioni di euro. Nel frattempo l’amministrazione comunale di Verrayes, pagando di tasca propria, ha effettuato uno studio di fattibilità che ha evidenziato  criticità in termini di emissioni sonore per l’area di Rapy. Nell’aprile scorso, quindi, la Giunta comunale decide di spostare l’impianto sull’area di Marseiller e indice una riunione pubblica per spiegare la scelta, avvalorata da un nuovo studio di fattibilità. Ma i cittadini, accorsi numerosi alla riunione, sollevano più di un dubbio sull’opera, sia per il possibile inquinamento acustico sia per le scarse ricadute economiche e turistiche che il progetto può portare in un’area priva di attività.

Un mese dopo il Consiglio comunale fa propri i dubbi della cittadinanza e decide di stoppare il progetto. "A malincuore – sottolinea il Sindaco di Verrayes, Erik Lavevaz – anche perché lo ritenevamo un investimento interessante per il nostro territorio ma i risultati dello studio di fattibilità non ci davano sicurezza sul proseguimento dell’opera, sopratutto visto che la scuola elementare e il cimitero, a malapena, rientravano nei limiti dei 50 decibel previsti dalla legge".

Soddisfatta invece la minoranza "Siamo contenti – sottolineato Renato Gigliotti della minoranza – perché su questa scelta c’era stata una vera ribellione da parte della popolazione. Inoltre questo progetto non avrebbe avuto nessuna ricaduta economica economica e turistica."

 

 

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