Dopo Venezia “Il Tratto” di Alessandro Stevanon vola in Canada, passando prima per gli "States". Il film, prodotto da Daniele Segre e Daniele De Cicco per Redibis Film con il sostegno di Film Commission Vallée d’Aoste e del MIBACT Premio Migrarti, è stato selezionato al TIFF Kids, uno dei più grandi festival cinematografici per bambini al mondo.
La 21 edizione si terrà dal 9 al 18 marzo e proporrà una dieci giorni di programmazione che ispirerà e responsabilizzerà decine di migliaia di bambini attraverso la scoperta del cinema e dell'animazione.
Prima dell’anteprima canadese, il film viaggerà in un intenso tour negli Stati Uniti che lo vedrà protagonista nelle città di Providence, Cleveland, Phoenix, Boulder, Detroit e St. Louis. Infatti dopo l’anteprima americana al Providence Children's Film Festival (16/25 febbraio), Il tratto sarà presentato all’Italian Film Festival USA, festival che si propone di promuovere la cultura italiana negli Stati Uniti tramite la proiezione della migliore produzione cinematografica della nostra penisola.
“Il successo di un film da noi sostenuto è sempre un successo anche per la nostra Film Commission”, spiega in una nota il direttore di Film Commission Vallée d’Aoste Alessandra Miletto; “tra i nostri obiettivi principali vi è infatti quello di individuare le potenzialità dei progetti, seguirne lo sviluppo e sostenerne la produzione, contribuendo alla crescita e all’internazionalizzazione degli autori, con un’attenzione speciale ai registi locali. Il percorso di successo de “Il Tratto” di Alessandro Stevanon è per noi una grande soddisfazione, oltre che una conferma del fatto che il lavoro di Film Commission produce risultati concreti e concorre alla crescita culturale ed economica di tutto il territorio”.
Il film, "una fiaba moderna sull'amicizia, racconta la storia di Federico, un bambino di undici anni che vive in una cittadina del nord Italia e del suo incontro con un vecchio artista senegalese che aiuterà il piccolo a scoprire il proprio talento e a imparare a vedere gli altri per quello che sono.
“Ho sempre voluto raccontare una storia in cui i bambini fossero protagonisti.” racconta il regista Alessandro Stevanon. “Questo perché sono a contatto con loro quotidianamente, sia al lavoro che a casa, e il loro modo di relazionarsi con il mondo è spesso molto diverso, quasi sempre più sorprendente e meno viziato dall'esperienza, rispetto agli adulti. Come spesso mi accade di raccontare nei miei film, anche quella di Federico è una piccola storia. Vite al margine, con un denominatore comune: la difficoltà di realizzarsi e affermarsi per quello che si è realmente, con le proprie insicurezze e fragilità, in un mondo dove tutto è codificato ed etichettato.”