Buona la terza: la Regione (s)vende il trenino di Cogne

28 Marzo 2022

Potrebbe essere il Kazakistan l’ultima o la prima fermata del trenino di Cogne. I prossimi capitoli della storia del milionario investimento valdostano, mai entrato in funzione, saranno scritti da altri. A cominciare dalla Valente Spa, l’azienda milanese attiva nel settore delle attrezzature ferroviarie, che nei giorni scorsi si è aggiudicata per 31.150 euro l’asta indetta dalla Regione per l’ex tramvia.

Al terzo tentativo, avviato nel periodo del Black Friday, l’Amministrazione regionale aveva abbassato del 95% la base d’asta, passata da 630mila euro a 100mila euro, per arrivare poi ai 30mila euro del novembre scorso.

“Quella del trenino di Cogne è una bella storia, sfortunatamente finita così” evidenzia Luca Menoncello, Presidente di Valente Spa “Ci sono ora le condizioni  per una migliore conclusione”.

L’azienda milanese ritirerà il materiale rotabile nelle prime due settimane di aprile. “Solo allora capiremo se sarà possibile rimetterlo in funzione e a quali costi, che potrebbero andare da un investimento di 50mila fino anche a mezzo milione di euro. Difficile dirlo ora, che non abbiamo avuto la possibilità di aprire le scatole”. Il solo trasporto del materiale rotabile, dal peso complessivo di circa 65 tonnellate, si aggira intorno agli 80mila euro.

“Una scommessa” quella della Valente Spa, che se verrà vinta porterà il “trenino di Cogne” migliaia di km lontano dalla Valle d’Aosta. “Siamo in trattativa con due paesi dell’est, due nostri clienti, che hanno mostrato interesse per questo prodotto. – prosegue Menoncello – Due paesi che stanno considerando di porre in essere una linea tranviaria sull’asse principale della città. Di uno abbiamo già una lettera di intenti.” I locomotori dovrebbero avere “un’autonomia di 20 km adatta a quelle realtà. Poi per farli funzionari serviranno delle batterie e dei caribatteria che saranno alimentati a pannelli solari”.

Il sogno di poter collegare Pila a Cogne era iniziato negli anni Ottanta ed era costato 30 milioni di euro. Come noto, materiale non idoneo e problemi progettuali hanno decretato il collegamento inutilizzabile. La Corte di Conti stabilì su quella vicenda un danno erariale di 6 milioni di euro posti tutti a carico del progettista.

Nel 2012 la Giunta regionale dichiarò l’inservibilità ai fini di trasporto pubblico, inserendo i beni nel piano di alienazioni.

Exit mobile version