Le coppie sono al centro delle preoccupazioni del Vescovo di Aosta monsignor Anfossi, che ha deciso di dedicare loro la lettera pastorale per l’anno 2011-2012, intitolata "Famiglia, diventa comunità credente ed evangelizzante!”.
Presentando il documento alla stampa Giuseppe Anfossi ha specificato che l’interesse della Chiesa deve convergere verso tutte le coppie, sposate, conviventi, separate. Solo le prime, però, offrono una “testimonianza concreta di vita cristiana attraverso la loro relazione”. A margine della conferenza stampa, il Vescovo ha menzionato anche la famiglia, cellula base della società. Riguardo al recente provvedimento con cui il Comune di Aosta ha deciso di sostenere con contributi le giovani coppie sia sposate che conviventi, eterosessuali ed omosessuali, la valutazione di Anfossi non lascia spazio ad ambiguità: “le famiglie sono quelle composte da un uomo e una donna che hanno intenzione di generare figli” ha affermato. Chi si pone al di fuori di questo perimetro “non ha il diritto di chiamarsi famiglia”. La Chiesa, comunque, “non deve rivolgersi solamente a chi si situa ai margini della vita coniugale, ma anche alle coppie “normali”, che seguono la via del matrimonio: per loro – ha spiegato il vescovo – la comunità della Chiesa non fa abbastanza. C’è un problema di coerenza di fondo tra la dottrina che professiamo e la carenza di sostegno e solidarietà che riscontriamo”. Riguardo alle coppie separate, monsignor Anfossi ha invitato tutti a sospendere il giudizio. “Il campo della coscienza individuale è inviolabile, e la regola secondo cui queste persone non possono accedere alla comunione non deve essere intesa come una condanna. Le persone separate sono venute meno a un voto, ma non sono fuori dalla Chiesa, hanno altri modi per testimoniare la loro vicinanza a Cristo e agli uomini”.
La lettera pastorale può essere letta anche come un sentito omaggio alla figura di Giovanni Paolo II.
Il titolo, così come le citazioni che introducono il documento, riprende il Familiaris Consorzio, l’esortazione apostolica scritta alle famiglie dal papa polacco trent’anni fa, nel 1981, mentre la copertina mostra un Karol Wojtyla sorridente. La scelta non è casuale. “Sono passati 25 anni esatti dalla prima visita di Giovanni Paolo II in Valle d’Aosta” ha spiegato don Franco Lovignana – e quell’avvenimento ha segnato l’intera comunità valdostana, che successivamente ha avuto modo di apprezzare più volte la presenza del Santo padre. Per ricordarlo abbiamo fatto realizzare da Stefano Pierotti un bassorilievo in bronzo fuso dalla Verrès Spa che rappresenta il beato Wojtyla. La scultura sarà benedetta dal vescovo durante la processione di San Grato”.