La Valle d’Aosta è la regione dove si fuma di meno ma è quella con il più alto tasso di bevitori maschi adulti. Sono alcuni dei risultati che emergono dall’ottava edizione del Rapporto Osservasalute 2010, presentato oggi all’Università Cattolica.
Nel 2008 in Valle la percentuale di fumatori è scesa al 17,4% della popolazione regionale over 14, contro una media nazionale del 22,2%. La maggior parte dei valdostani, il 55% della popolazione è costituito da non fumatori (in Italia sono il 52,9%). Gli ex fumatori hanno raggiunto quota 25,7% (22,9% valore italiano).
Se il vizio del fumo riguarda quindi la minoranza della popolazione residente in Valle d’Aosta altrettanto non si può dire per il consumo di alcool. Nel 2008 i consumatori sono il 74,5% contro un valore medio nazionale del 68,0%. Solo il 23% della popolazione non fa uso di alcool. A rischio sono soprattutto gli adulti maschi nella fascia 19-64 anni: il 33,3% dei maschi contro la media italiana del 20,8%. Inoltre, in Valle d’Aosta, si registrano i più elevati valori di prevalenza di anziani con consumo di alcol a rischio tra gli uomini (60,8%).
Le valdostane fanno più figli che nel resto d’Italia
Guardando ai primati positivi la Valle d’Aosta è la Regione in cui le donne italiane fanno più figli: il tasso di fecondità per le donne italiane è pari a 1,51 figli in Valle d’Aosta contro un valore medio nazionale di 1,32 figli. Sommando quello delle italiane a quelle delle straniere il tasso fecondità totale è pari a 1,57 figli contro un valore medio nazionale di 1,42. Anche in Valle d’Aosta come nel resto d’Italia il primo parto avviene intorno ai 31 anni.
Alla Valle d’Aosta il primato degli aborti
Per contro la Valle d’Aosta è, anche in questa edizione, la Regione con il più alto tasso di interruzioni volontarie di gravidanza. Ii tasso standardizzato di interruzione volontaria di gravidanza nel 2007 è pari a 12,92 casi per 1.000 donne (con un aumento del 30,1% dall’anno precedente), contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000 donne. E il fenomeno riguarda spesso le minorenni, tra i 15 e i 17 anni.
Valdostani in crescita ma sempre più anziani soli
La popolazione della Valle d’Aosta è in crescita. Il saldo medio annuo totale nel biennio 2008-2009 è pari a +7,3 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6,0%. Il saldo naturale è pari a +0,2%, quello migratorio è del +7,1‰. In Valle vivono sempre più anziane da sole: il 47,9% di donne valdostane con più di 65 anni contro un valore medio nazionale di 37,5%. Gli ultra65enni valdostani che vivono soli sono invece il 13,2%. In totale le persone anziane a vivere da sole sono ben il 33,4% della popolazione, il più elevato valore d’Italia, contro una media nazionale di 27,8%.
I tumori tra le principali cause di morte
La mortalità complessiva in Valle d’Aosta è elevata tra i maschi e pari a 96,7 per 10 mila abitanti (per il biennio 2006-2007), contro una media nazionale di 89,8, mentre approssima la media nazionale tra le femmine, con 53,2 decessi per 10 mila a fronte di una media nazionale di 54,5.
Tra le principali cause per la popolazione maschile rimane ancora elevata la mortalità per tumori: 33,6 decessi per 10 mila contro un valore medio nazionale di 31,1. Elevati anche le morti per cause violente: 7,7 decessi per 10 mila nel periodo 2006-2007 a fronte di una media nazionale di 5,0. Per le donne le prime cause di morte sono le malattie del sistema circolatorio e la mortalità per tumori.
In Valle d’Aosta si mangia sano e si fa sport
Sul fronte alimentazione, in Valle d’Aosta il 6,7% della popolazione consuma in media le 5 porzioni di frutta e verdura al dì contro una media nazionale del 5,7%. Nel periodo 2001-2009 il Rapporto registra però un forte aumento di consumo di bevande gassate. Nonostante questo i valdostani si mantengono in forma: solo il 31,7% della popolazione è in sovrappeso contro un valore medio nazionale del 35,5%. Per contro in Valle d’Aosta vivono più persone obese,l’11,5% della popolazione, che nel resto del Paese (il 9,9%.) Positivi invece i dati sull’obesità infantile: solo il 4,2% dei bambini tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010) mentre quelli in sovrappeso, solo il 16,8% contro un valore medio italiano del 22,9%. La silhouette si mantiene bene in Valle anche grazie alla pratica dello sport che riguarda il 27,0% della popolazione dai 3 anni in su (contro il 21,6% della media nazionale).
Primato negativo per le malattie psichiche
Altro dato allarmante messo in luce dal Rapporto riguarda le malattie psichiche. In Valle d’Aosta si riscontrano elevati tassi di ospedalizzazione per disturbi psichici: 57,57 maschi per 10.000 nel 2008 (vs 45,81 medio in Italia), 47,64 femmine per 10.000 nel 2008 (vs 43,11 medio in Italia). I valdostani tra il 2000 e il 2009 hanno fatto ampiamente ricorso anche agli antidepressivi, con un aumento del consumo di quasi 5 volte (da 7,29 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2000, a 32,58 per 1.000 nel 2009.)
Male anche le cure odontoiatriche
Infine non se la passano tanto bene neppure i denti dei valdostani. In Valle d’Aosta, spiega il Rapporto, si osserva la percentuale più bassa di persone con più di 16 anni che, pur avendone bisogno, non ha potuto fare ricorso ad un odontoiatra: solo il 3,5% () a fronte di una media nazionale del 9,7%. “Questo aspetto della cura e della prevenzione – spiega il rapporto – può verosimilmente associarsi alle reali possibilità economiche delle famiglie.”
I valdostani promuovono a pieni voti il sistema sanitario
La sanità valdostana viene promossa a pieni voti. Nel biennio 2007-2009 l’insieme della valutazione, espressa dai cittadini che hanno fatto ricorso alla cure ospedaliere, premia l’ospedale regionale: solo il 5,1% degli intervistati si è dichiarato poco o per niente soddisfatto dell’assistenza medica ricevuta in ospedale durante il ricovero.
Buono anche il giudizio sull’assistenza infermieristica: solo il 2,7% degli abitanti della Valle d’Aosta che sono stati ricoverati si sono dichiarati poco o per nulla soddisfatti di essa. Infine piace anche il vitto dell’ospedale, solo per il 17,1% dei valdostani questo non era soddisfacente.
“I punti di forza registrati da questo Rapporto (popolazione che cresce, ottimale organizzazione dei punti nascita, bassa mortalità neonatale, assenza di obesità infantile, elevata pratica sportiva negli adulti, buoni consumi di frutta e verdura e la più bassa propensione al fumo) – si legge in una nota – sono gli esiti tangibili di un investimento sul lungo periodo che non guarda alla salute solo come assenza di malattia, ma la valorizza come condizione di benessere globale, da conseguire in un ambiente piccolo, dall’alto valore naturalistico, a dimensione umana e per questo particolarmente privilegiato come quello di questa piccola regione alpina.”
Inoltre spiega il Rapporto “i buoni esiti osservati anche sotto il profilo epidemiologico – tra tutti l’eliminazione in otto anni dello scarto con il valore medio nazionale nei tassi di mortalità specifica per patologie impattanti, come quella del sistema cardiocircolatorio – sono il riscontro atteso a investimenti compiuti attraverso un modello di prevenzione mirata e attiva, rivolta soprattutto alle fasce deboli o a maggiore rischio, secondo modalità che impediscono spesso di programmare in termini di economie di scala e che comportano alla Regione una spesa complessiva per la sanità che, a parità di servizi offerti, ha dei costi superiori di circa il 20%.”