Prende il via l’accorpamento delle parrocchie. Il vescovo Lovignana ha firmato il decreto
“La diocesi si riorganizza dal punto di vista territoriale in unità parrocchiali, che accorpano due o più parrocchie attorno a un centro pastorale chiaramente individuato. Penso di raggiungere questo obiettivo nell’anno in corso e nel prossimo anno, costituendo in forma stabile e giuridicamente garantita le unità parrocchiali, tenendo conto delle attenzioni e degli indicatori raccolti e proposti dall’assemblea”.
Così scriveva Monsignor Franco Lovignana nella sua Lettera del 10 aprile 2022 Perché in tutto si glorificato Dio (1Pt 4,11). A distanza di un anno il vescovo di Aosta, oggi, giovedì 6 aprile 2023, ha costituito – via decreto – l’accorpamento delle parrocchie valdostane.
A settembre 2022, in conferenza stampa, Lovignana, introducendo la Lettera pastorale dal titolo Percorso sinodale e unità parrocchiale, aggiungeva:“L’anno pastorale lo poniamo sotto immagine di un cantiere e di un cammino, che si svolge su un binario perché sono due realtà che come Chiesa diocesana ci toccano da vicino”. Così il vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana, introduce la Lettera pastorale, dal titolo Percorso sinodale e unità parrocchiale.
Lettera che, assieme agli orientamenti pastorali, arrivava in un momento delicato per la Diocesi: quello di una trasformazione alle porte sulla quale c’era necessità di rassicurare e fare chiarezza. Ma anche, diceva il vescovo, di ascoltare e spiegare.
Le unità parrocchiali, ovvero l’accorpamento delle parrocchie
In vista – dopo gli incontri per illustrare le proposte che hanno preso il via ad ottobre – le unità parrocchiali che facevano bella mostra di sé già nel titolo della Lettera pastorale vescovileo. E che lui stesso illustrava: “La prima realtà è la riorganizzazione territoriale della Diocesi in unità parrocchiali – diceva Lovignana -, un cambiamento del riferimento territoriale. Finora abbiamo ragionato per singola parrocchia, ne abbiamo 93 in Valle, che si sono costituite nel corso di una storia anche molto recente. D’ora in poi il riferimento non sarà più la singola parrocchia ma due o più, dipendentemente dai territori”.
Nel dettaglio, prosegue il vescovo di Aosta, “l’unità parrocchiale è l’accorpamento di alcune parrocchie insieme, con un unico parrocco, e che convergeranno su un centro che a volte sarà anche fisico: una casa parrocchiale, una chiesa parrocchiale che diventerà quella principale e nella quale si concentrano alcune celebrazioni importanti dell’anno e le iniziative di formazione e di incontro. A volte questo centro potrà essere anche plurimo”.
Un cambio sostanziale sul quale Lovignana cerca di fare chiarezza: “Nella Lettera insisto – dice -: non bisogna avere paura di questa riorganizzazione. Tante persone, anche se ne parliamo da tre anni, possono rimanere un po’ sconcertate e preoccupate. Ciò che stiamo cercando di realizzare non vuole mortificare nessuno, non vogliamo spegnere nessuna realtà ma fare proprio il contrario. Soprattutto nelle comunità più piccole che vedo man mano spegnersi, quasi implodere su se stesse. Se non facciamo nulla moriranno proprio. Dobbiamo unire le forze per vivere anche se non possiamo più avere un parroco in ogni singola parrocchia, o mantenere ogni singola attività. Se tutto si riduce a 10, 12, 15 persone che tipo di attività possiamo fare? Magari c’è un solo bambino a fare catechismo”.
E ancora: “Questa è la realtà – prosegue il vescovo -. Cerchiamo di ripartire mettendo insieme le forze per essere in grado di rispondere ai compiti fondamentali della vita ecclesiale sul territorio e accompagnare la vita dei credenti. Una rete di comunione tra le persone. Oggi non si può essere cristiani da soli, il mondo è aggressivo nei confronti del Vangelo. Dobbiamo costruire una rete nella pratica e nella fedeltà nel Vangelo di Gesù Cristo”.
La proposta di accorpamento delle parrocchie
La proposta di accorpamento elaborata dal consiglio dei vicari prevede che le 93 parrocchie valdostane vengano racchiuse in 33 unità parrocchiali. Proposta che sarà sottoposta alle riunioni zonali ad ottobre e, in seguito, ai consigli pastorali e alle comunità e che non evidenzia – al momento – possibili fusioni di parrocchie che insistono su uno stesso comune.
Nel dettaglio, la proposta, divisa in cinque zone, prevede:
Zona I
Sei unità parrocchiali
- Courmayeur, Entrèves, La Thuile e Pré-Saint-Didier
- Derby, La Salle e Morgex
- Arvier, Avise e Valgrisenche
- Introd, Valsavarenche, Rhêmes-Saint-Georges e Rhêmes-Notre-Dame
- Saint-Pierre e Saint-Nicolas
- Aymavilles, Cogne e Villeneuve
Zona II
Sette unità parrocchiali
- Charvensod e Pollein
- Gressan e Jovençan
- Sarre e Chesallet
- Excenex, Signayes e Gignod
- Étroubles, Saint-Oyen, Saint-Rhémy e Bosses + monastero
- Valpelline, Ollomont, Oyace e Bionaz
- Doues, Allein e Roisan
Zona III
Cinque unità parrocchiali
- Saint-Christophe e Sant’Anslemo
- Sant’Orso e Porossan
- Cattedrale e Saint-Étienne
- Immacolata
- Saint-Martin
Zona IV
Sette unità parrocchiali
- Brissogne, Quart e Ville-sur-Nus + monastero
- Fénis, Nus, Saint-Barthélemy e Saint-Marcel
- Chambave, Diémoz, Saint-Denis e Verrayes
- Châtillon e Pontey
- Emarèse e Saint-Vincent
- Antey-Saint-André, Chamois, La Madgeleine e Torgnon
- Breuil e Valtournenche
Zona V
Otto unità parrocchiali
- Champdepraz, Montjovet e Saint-Germain
- Arnad, Issogne e Verrès
- Brusson, Challand-Saint-Anselme e Challand-Saint-Victor
- Antagnod e Champoluc
- Bard, Champorcher, Hône e Pontboset
- Donnas, Perloz, Pont-Saint-Martin e Vert
- Fontainemore, Gaby, Issime e Lillianes
- Gressoney-La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean
I “cantieri” della Lettera
Il senso stesso di “cantiere” rende l’idea del contenuto della Lettera pastorale del vescovo. “Il secondo cantiere è quello del Percorso sinodale. Le diocesi si sono date il periodo dal 2021 al 2025 come momento di ripensamento della propria pastorale. La prima fase è quella in cui ci si vuole ascoltare. Poi la fase sapienziale di discernimento nel 2024 e quella profetica nel 2025 in cui verranno operate alcune scelte pastorali da portare avanti nella seconda parte del decennio: fino al 2030”.
“Siamo nel secondo anno – dice sempre Lovignana -, la fase di ascolto in piccoli gruppi, consigli pastorali o assemblee parrocchiali, per verificare il coinvolgimento di tutti i soggetti ecclesiali nella vita della Chiesa. Chiediamoci: siamo capaci di coinvolgere tutti quelli che partecipano alla vita comunitaria?”.
“Il terzo cantiere, secondo me quello più importante, è l’ascolto soprattutto di quei mondi che normalmente non interloquiscono troppo con Chiesa – chiude il vescovo -. O perché non c’è interesse reciproco, o perché restano silenziosi. Ma restano comunque inascoltati. L’invito ricevuto e che raccogliamo con forza è quello di ascoltare”.