Il primo artigiano ha coraggiosamente cominciato ad allestire il proprio banco alle ore 4,30 del mattino. Dodici ore dopo, si chiudeva la Fiera di Sant’Orso di Donnas, che ha portato nel borgo di bassa valle ben 500 artigiani del legno, della pietra ollare e dei settori non tradizionali. Le vie medioevali del borgo hanno accolto visitatori in grande quantità: gli organizzatori, ad occhio, tenendo conto anche del numero delle automobili contate nei parcheggi, hanno quantificato l’afflusso in oltre 13mila presenze.
Ieri, dopo la veillà di venerdì e la fiaccolata di sabato, la festa è entrata nel vivo. La mattina la Banda musicale di Donnas ha aperto in musica il corteo che ha sfilato per tutto il borgo. Per tutta la giornata i visitatori hanno sciamato lungo le strade, ammirando la perizia e l’abilità degli artigiani.
La manifestazione non è un’anticipazione gustosa della Fiera di Sant’Orso di Aosta, che precede di due settimane, ma ha un suo carattere peculiare: è grande infatti l’attenzione alle particolarità del territorio di Donnas e della bassa Valle. I visitatori hanno potuto apprezzare la mostra organizzata dalla biblioteca, dal titolo “Can savivo henque mindjavo, sulla tavola dei nostri nonni”. All’interno, attrezzi da cucina ormai scomparsi, sapori dimenticati, testimonianze del passato. I coniugi Bosonin, anche grazie a un video, hanno illustrato le fasi della preparazione dell’olio di noci. Un buon successo hanno avuto anche la mostra permanente dedicata al vino e alla viticoltura, ospitata sempre dalla biblioteca, e le visite guidate alla latteria di Treby, alla scoperta dell’affresco con l’ultima cena, dei ricordi della Confraternita dello Spirito Santo e delle cantine.
I più piccoli si sono divertiti con il laboratorio di falegnameria, curato dal Mav (Museo dell’Artigianato di tradizione Valdostano), e il laboratorio sulla lavorazione del latte e la produzione del formaggio, curato da Atelier
Project.
Per tutto il giorno la giuria di qualità ha esaminato le lavorazioni artigianali in mostra. In serata si sono svolte le premiazioni dei vincitori di questa edizione, suddivisi nelle varie categorie:
Nodi: Aldo Chappelu, Italo Verthuy, Luigi Blanc
Attrezzi agricoli: Cesarino Bonin, Paolo Henriod, Marino Desaymonet.
Dentelles et tricots: Margherita Pramotton, Marina Perron, Bruna Perino.
Recupero della tessitura tradizionale: Felicina Colliard.
Ferro Battuto: Emilio Civico, Venturino Bosc.
Tornitura: Piergiuseppe Paoloni, Sergio Ferrol, Mario Porceillon.
Cuoio: Piero Communod, Fabrizio Martino.
Sabots et scoques (Ex-aequo): Johonny Chasseur, Leandro Favre, Livio Martignese.
Vanneries: Ezio Gallet, Katia Letey, Silvio Tutel, Nadia Pardi, Angelo Nicco.
Posateria: Emilio Lavy, Silvio Money.
Giocattoli: Paolo Paris, Giorgio Broglio, Francesco Di Vito, Roberto Ferrari.
Pietra: Rino Collé, Donato Savin, Gino Daguin, Fratelli Ferrari.
Basso rilievo: Sebastiano Yon, Erik Fisanotti, Corrado Dalle.
Intaglio: Ornella Cretaz, Ennio Nicco, Lea Bérard, Aldo Ottobon, Giuseppe Bertolin, Guido Balagna.
Scultura: Giuseppe Binel, Guido Diémoz, Guglielmo Pramotton, Gianfranco Anzola, Claudio Dalle, Fernando Casetta, Stefano Arnodo, Bruno Jaccod, Roberta Bechis.
Premio in memoria: Carlo Orlacchio.
GALLERY FOTOGRAFICA A CURA DI ROMAIN BOSONIN