La marmotta alpina sotto i riflettori di uno studio dell’Università di Pavia e del Quebec

Obiettivo dello studio è quello di approfondire il complesso sistema sociale e le differenze individuali nel comportamento delle marmotte.
Marmotte
Società

Ricercatori dell’Università di Pavia e di Montreal sono in questi giorni a Valsavarenche, nella zona di Orvielle, per una vacanza studio. La storica casa di caccia dei Savoia da infatti cinque anni ospita d’estate un progetto di ricerca a lungo a lungo termine sulla marmotta alpina.

Obiettivo dello studio è quello di approfondire il complesso sistema sociale e le differenze individuali nel comportamento delle marmotte. Grazie a delle marche auricolari che ne permettono il riconoscimento a distanza, i ricercatori osservano i comportamenti adottati dai singoli individui nelle diverse fasi della loro vita.

Per esempio “Beppe”, la prima marmotta catturata a Orvielle quando il progetto è iniziato. “Abbiamo catturato Beppe nel 2006, quando era ancora un piccolo dell’anno –  spiega Caterina Ferrari, una delle ricercatrici dell’Università del Quebec impegnate nel progetto –  ora è diventato il maschio dominante in un gruppo familiare di quattro marmotte, a un centinaio di metri di distanza dal suo nucleo familiare originario”.

I ricercatori hanno inoltre scoperto come in maniera simile all’uomo anche le marmotte siano in grado di rispondere in modo diverso agli stress e esistono delle “personalità diverse” ovvero delle marmotte timide e marmotte coraggiose, individui aggressivi e altri più propensi alle interazioni amichevoli.

“Lo scopo di queste ricerche – si legge in una nota del parco –  è comprendere come e perchè questa grande variabilità comportamentale si mantiene in natura e quali sono i vantaggi adattativi di una strategia rispetto all’altra. “

Sotto l’attenzione dei ricercatori anche l’aspetto della conservazione e in particolare gli effetti del disturbo antropico sul comportamento delle marmotte, la distanza minima che gli animali tollerano prima di fuggire all’avvicinarsi di una persona o di un eventuale predatore. 

“Individui con una personalità diversa –conclude la nota –  possono presentare distanze di fuga differenti e la determinazione della distanza minima di fuga adottata dalle marmotte in diverse zone potrebbe aiutare a disegnare meglio i passaggi dei sentieri per ridurre al minimo il disturbo su questa specie.”

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