La maternità in Valle d’Aosta peggiora: la Regione scivola dal podio al 16° posto nel Mother’s Index

Secondo il rapporto 2025 “Le Equilibriste” di Save the Children, la Valle d’Aosta crolla dal 3° al 16° posto nel Mother's Index: criticità in salute e rappresentanza, bene servizi e occupazione.
Francesco Alesi per Save the Children CH Foto Spazio Mamme Palermo
Società

La Regione con il più alto tasso di occupazione femminile in Italia (80,8%), ma dove il benessere delle madri è precipitato negli ultimi due anni. È questa la fotografia che emerge dal decimo rapporto Le Equilibriste – La maternità in Italia 2025 pubblicato da Save the Children. Il report, redatto con il contributo dell’Istat, include il Mother’s Index, l’indicatore che ogni anno misura il livello di benessere delle madri italiane attraverso una sintesi di dati su lavoro, servizi, salute, natalità e partecipazione.

Nel 2022 la Valle d’Aosta era al terzo posto della classifica nazionale. Due anni dopo, nel 2024, si trova al 16° posto: una delle peggiori retrocessioni registrate a livello nazionale. Il dato segnala un peggioramento significativo delle condizioni complessive di maternità, con criticità concentrate soprattutto nei settori della salute, della rappresentanza e dell’accesso ai servizi nel post parto.

Il Mother’s Index ha un valore base di riferimento pari a 100 (media Italia nel 2022). Valori superiori indicano territori più favorevoli alle madri, quelli inferiori evidenziano invece situazioni più sfavorevoli. In questo quadro, la Valle d’Aosta peggiora nettamente in diverse aree.

Sul fronte demografico, la Regione scende al 19° posto (87,143), con un tasso di fecondità tra i più bassi del Paese: 1,05 figli per donna. Nell’ambito del lavoro conserva buoni numeri (9° posto con indice 98,046), ma la contrazione di altri indicatori è forte. In particolare, nell’area della salute, la Valle d’Aosta passa in due anni dal 3° al 20° e ultimo posto (62,563), con un peggioramento attribuito al balzo nel tasso di mortalità infantile. Un dato che lo stesso rapporto spiega va interpretato con cautela, vista la bassa natalità della regione (meno di 800 nati all’anno), che rende il dato più sensibile alle variazioni. L’area considera anche le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate per attività di consultorio per ogni 100mila abitanti.

Gravi carenze emergono anche nella rappresentanza politica e sociale, dove la Valle d’Aosta conferma il 20° posto, con un indice pari a 80,360. Sul versante dei servizi, invece, la Regione figura in seconda posizione dietro alla Provincia autonoma di Trento, con una copertura per i bambini 0-2 anni pari a 28,3 posti ogni 100 residenti e una buona presenza di tempo pieno nelle scuole primarie.

La Valle d’Aosta registra anche il secondo valore più alto d’Italia nell’area della soddisfazione soggettiva (121,507), mentre nel dominio della violenza sulle donne, la Regione si attesta al 5° posto (125,542), pur perdendo due posizioni rispetto al 2022.

Nel contesto nazionale, Save the Children rileva che il divario tra madri e padri resta marcato: il 91,5% degli uomini con figli è occupato, contro il 62,3% delle madri. Il 20% delle donne abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio, una percentuale che sale al 35% se il figlio ha una disabilità. Le madri sole – oggi 2,3 milioni – risultano tra le categorie familiari più esposte alla povertà: il 32,1% di loro è a rischio esclusione sociale, contro il 21,2% delle coppie con figli.

Il report, elaborato in collaborazione con il Think Tank Tortuga, evidenzia come investimenti strutturali nei servizi per l’infanzia – in particolare negli asili nido – potrebbero ridurre sensibilmente la cosiddetta child penalty, ovvero la penalizzazione professionale e salariale che colpisce le donne dopo la maternità.

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