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Spopolano sul web le immagini di questa imponente valanga, innescata artificialmente negli scorsi giorni in Bassa Engadina, valle del Cantone dei Grigioni, in Svizzera. L’allerta slavine è il fenomeno tradizionalmente legato a questo periodo. Per oggi, mercoledì 16 gennaio, in Valle d’Aosta, secondo il Bollettino neve e valanghe, il pericolo di distacchi è 3-marcato a nord-ovest e nord della regione, dato da “accumuli ben visibili”, che “spesso hanno riempito conche e canaloni”, ma “sono presenti nei pendii aperti”.
Condizioni che al passaggio di uno sciatore possono “provocare il distacco di lastroni superficiali, anche di grandi dimensioni”, considerando tuttavia che “sono ancora possibili valanghe spontanee”. Il pericolo è invece 2-moderato nei quadranti sud ed est della Valle, mentre è 1-debole nel sud-est, a seguito delle minori precipitazioni. Sino ad oggi, tra le montagne della regione, un solo distacco (lo scorso 8 dicembre, a Chamois) ha causato una vittima, dopodiché il 26 dicembre alcune ricerche erano state effettuate sul Toula (Courmayeur), ma la massa non aveva investito sciatori.
Nelle ultime 48 ore, invece, i soccorritori del vicino Vallese svizzero sono intervenuti per tre valanghe, con un bilancio complessivo di due morti: sul Mont Lachaux (nella zona di Crans-Montana, dove sono stati investiti due sciatori, fortunatamente recuperati senza conseguenze), sul colle delle Portes du Soleil (dove è morto un pisteur 24enne, impegnato in distacchi programmati sul domaine skiable) e sul Mont Gond (dove la neve ha travolto un gruppo di freeriders, uccidendo una sciatrice svedese 20enne).
In Francia, invece, ha destato sgomento l’incidente in cui domenica scorsa, 13 gennaio, due pisteur della stazione di Morillon (il 44enne Freddy Bigot e il 53enne Bruno Charrier), hanno perso la vita a seguito dell’esplosione delle cariche che stavano utilizzando per mettere in sicurezza il domaine skiable in cui lavoravano, non lontano da Chamonix, in Alta Savoia.