Lamborghini “Urus”: il supersuv dalla storia (anche) valdostana

A "tu per tu" con Julien Cheney, ingegnere 33enne di Aosta che dal 2015 lavora per la casa di Sant'Agata Bolognese ed ha seguito lo sviluppo dei sistemi di climatizzazione del modello in commercio dalla prossima primavera.
L'ingegnere aostano Julien Cheney.
Società

Il suo nome è "Urus", verrà commercializzata nella prossima primavera (l'appuntamento principe sarà, a marzo, il salone di Ginevra, con l'atteso consueto bagno di pubblico) e, dopo la presentazione ufficiale dello scorso 4 dicembre, ne abbiamo parlato nella rubrica "Gioie e motori", perché si tratta del primo SUV di casa Lamborghini, dopo una produzione di "supercars" che hanno scolpito nell'Olimpo motoristico il nome della casa italiana.

A non essere ancora emerso, tra i vari aspetti che si stanno svelando del "SuperSUV" in uscita, era il fatto che il progetto coinvolgesse anche un valdostano. Classe 1984, l'ingegnere Julien Cheney si è occupato di tutti gli aspetti tecnici relativi alla climatizzazione dell’abitacolo della vettura, con cui la Lamborghini alza l'asticella delle "due persone a bordo" che ha prevalentemente caratterizzato i modelli usciti fino ad oggi.

Nato e cresciuto ad Aosta, in una famiglia originaria di Saint-Christophe, Cheney ha frequentato il liceo scientifico "Bérard". Poi, la passione per gli aspetti tecnici è stata la rotta su cui ha deciso definitivamente di viaggiare e si è iscritto a ingegneria aeronautica, al Politecnico di Torino, con specializzazione in aerogasdinamica. Una scelta non da tutti, che ha aperto le porte, non poteva essere altrimenti, ad impieghi non comuni.

Il primo arriva nel 2010, completati gli studi, alla Fiat, senza soluzione di continuità tra università e lavoro. "Inizialmente, – racconta l'interessato – ero un consulente esterno, poi nel 2013 sono diventato dipendente. Mi occupavo sempre di sistemi di riscaldamento, ventilazione e di climatizzazione e la mia esperienza si è sviluppata in particolare sulle progettazioni legate all'Alfa Romeo 4c e alla Fiat 500X".

A riprova che, nella sfera lavorativa, i social hanno un loro valore ("ancora oggi ricevo delle proposte") è Linkedin, nel 2015, a cambiare l'orizzonte professionale dell'ingegnere dalle radici crétoblèn. "Sono stato contattato da Lamborghini, – continua il racconto – che iniziava a lavorare su Urus. Ho accettato e ho rivestito, nel progetto, le stesse responsabilità che avevo in Fiat, quelle di tecnico HVAC". L'acronimo sta per: Heating, Ventilation, Air Conditioning, cioè tutti i sistemi a base di aria calda e fredda alla base del comfort termico dell'abitacolo.

Il lavoro era, in quel momento, ancora allo stadio embrionale: "operavamo molto su modelli geometrici e con simulazioni fluidodinamiche, mentre ora, avvicinandoci al lancio commerciale, stiamo 'temprando' il mezzo 'dal vivo', in galleria del vento climatica ed in strada, affinché anche le ultime messe a punto del software di controllo automatico soddisfino il livello di aspettativa dei clienti più esigenti, in tutte le condizioni climatiche". L'esperienza è stata stimolante: "l'azienda è flessibile e ci permette di organizzarci in completa autonomia, consentendo anche di provare soluzioni fuori dagli schemi".

In particolare, un elemento che ha coinvolto l'ingegnere è stato rappresentato da natura ed obiettivi del modello prossimo al rilascio. "Lamborghini, in questo caso – sottolinea Cheney – mira ad ampliare la tipologia della sua clientela, perché parliamo di un mezzo che fonde la dimensione del SUV alle prestazioni della supercar. Il motore e la velocità contano, ma anche aspetti come la climatizzazione, in grado di incrementare il valore aggiunto del comfort per chi è a bordo, sono stati tenuti in diversa e maggiore considerazione".

Il prezzo, dai 206mila euro, fa sì che forse non ne vedremo a decine lungo le strade della Valle d'Aosta, ma è sicuro che Lamborghini, come ha fatto con Miura, Countach e LM002, non mancherà di tracciare un solco vincente anche su questo nuovo fronte della sua iperbole motoristica. Quanto al "viaggio" di Julien Cheney, il futuro è naturalmente coperto da riserbo, ma è chiaro, ci dice, che "chiuso un modello, il lavoro è già iniziato su un altro".

L'esperienza continua quindi, per lui, in Lamborghini. Il quartier generale è a Sant'Agata Bolognese, paese che l'ingegnere raggiunge ogni giorno dalla sua casa di Bologna, dove vive con la moglie, anche lei valdostana, che lo ha seguito nella "bassa" emiliana "non senza sacrifici". "Sono rimasto attaccato alla Valle d'Aosta" rivela e "torno non appena mi è possibile". Lo capiamo: ogni forgiatore di sogni, dopo averne creati di grandi, trova nelle radici e in ciò che chiama "casa" le energie per plasmarne di ancora più grossi.

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