“Lasciati soli a combattere contro la processionaria del pino”

Secondo gli abitanti delle frazioni alte di Sarre il problema, che è diventato sanitario, non viene affrontato da chi di dovere. "Stiamo pensando di rivolgerci alla procura".
Società

Le alte temperature e l’assenza di neve non stanno mettendo in difficoltà solo gli operatori turistici. A farne le spese sono anche i valdostani che da tempo si trovano a combattere contro la processionaria del pino e che attendevano l’arrivo dell’inverno, quello canonico, per tirare un sospiro di sollievo. Invece la situazione, più che migliorare, è addirittura peggiorata. Ne sanno qualcosa gli abitanti delle frazioni alte di Sarre che si trovano a dover vivere barricati in casa.

“Siamo rovinati, non possiamo stendere i panni, lasciare i cani giocare fuori, fare l’orto o semplicemente prendere un po’ di sole in balcone o fare due passi nei dintorni” spiega Hervé Pavan.  Una situazione che accomuna tutte e 15 le famiglie che vivono nei villaggi di Conclonaz e Mondache. Le processionarie sono ovunque. “In giardino, in casa, dentro e fuori” aggiunge Pavan “L’aria è piena di peli che ci provocano forti pruriti e problemi respiratori”.

Il problema, fanno capire gli abitanti, da ambientale è diventato sanitario. “Sono già morti dei cani, delle persone sono andate in ospedale, ma finché non succede la tragedia sembra che qui nessuno sia disposto a fare qualcosa” aggiunge Christopher Soldati, che abita più sotto a Ville sur Sarre. “Se avessi un bambino cosa dovrei fare? Rischiare che venga a contatto con la processionaria o abbandonare casa?"  gli fa eco Pavan “Abbiamo cercato di bussare ad ogni porta ma ad oggi non abbiamo trovato risposte, gli uffici dell’Assessorato alla Sanità ci hanno detto che il problema non è loro, ieri abbiamo provato a telefonare alla forestale di Roma che, ricordandoci come non sia di loro competenza, ci ha suggerito di fare una denuncia in Procura”.

Ad oggi spiegano gli abitanti delle frazioni alte di Sarre l’unica azione messa in campo è stata quella di abbattere le piante nei dintorni delle abitazioni. “Oramai è tardi perché sono già state tutte mangiate e poi si spostano dalle piante vecchie alle nuove e nel frattempo si attaccano alle case perché sentono il caldo delle pietre, tanto è vero che i nidi che tirano giù sono tutti vuoti” continua Soldati. 

“In Trentino hanno combattuto la processionaria con i veleni ma qui ci dicono che i soldi non ci sono – conclude Soldati – peccato che per rimpinguare le casse del Casinò 20 milioni li abbiano trovati senza problemi”. 
 

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