Le guide alpine corrono ai ripari contro chi esercita la professione in modo abusivo. Nell'agosto scorso è stata decisa l'istituzione di una commissione ad hoc "per rendere più efficace la sorveglianza" e "con lo scopo di tutelare gli utenti che inconsapevolmente possano affidarsi a figure non autorizzate, la cui professionalità non sia garantita da standard internazionali e dall’iter formativo adeguato". La commissione interna al Collegio delle Guide Italiane ha preso la sua forma definitiva nel dicembre scorso.
“Il mercato del mondo Outdoor – spiega Stefano Michelazzi, Guida Alpina responsabile della commissione contro l’abusivismo -, ovvero delle attività che vengono svolte in ambiente naturale, è ad oggi una risorsa sia culturale che economica in evidente attivo. L'esercizio di queste attività deve attenersi ai criteri stabiliti dalle normative che regolano le differenze tra dilettantismo e professionismo, al fine di preservare le garanzie di chi si affida a un'organizzazione. Le Guide Alpine italiane nella loro veste di ente pubblico hanno tra i diversi compiti anche quello di vigilare affinché negli ambiti di loro competenza questo confine tra dilettantismo e professionismo sia ben evidenziato ed affinché chi opera in questi campi, rispetti quelle norme di garanzia espresse dalla Legge”. La commissione assorbe le segnalazioni di professionisti o di privati cittadini, prendendole in carico, analizzandole e dove opportuno segnalandole alla magistratura.
“Le Guide Alpine italiane stanno operando per mettere un freno a una situazione di abusivismo ‘dilagante’ che può, se non arrestata, diventare un fenomeno estremamente pericoloso per la società e per gli eventuali clienti, i quali spesso ignari, si affidano alla sedicente guida senza alcuna garanzia di competenza e senza assicurazione".