E’ partita ieri, lunedì 17 agosto, La Carovana dei Ghiacciai ideata e promossa da Legambiente in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, ha iniziato la prima delle 6 tappe di monitoraggio a 8 ghiacciai dell’arco alpino. Il Miage è stato il primo “paziente” visitato che, come si può anche ravvisare ad occhio nudo, sta subendo importanti cambiamenti. Legambiente precisa “non scomparirà così velocemente come altri, ma le modifiche che sta subendo sono sconvolgenti, tanto da renderlo irriconoscibile rispetto a quel che era fino a poco tempo fa”.
La Carovana ha l’0biettivo di raccogliere dati sulle Alpi e migliorare le conoscenze dal punto di vista scientifico: “è importante capire cosa sta capitando al pianeta terra e anche cosa sta capitando a noi umani”. La responsabile Legambiente Alpi, Vanda Bonardo, spiega “I ghiacciai sono termometri sensibili del cambiamento climatico in atto e l’attuale stato di salute dei ghiacciai alpini ci segnala l’urgenza di politiche efficaci contro l’emergenza climatica”. L’aumento dello scioglimento ha mostrato i segni di un’evidente deglaciazione in tutto l’arco alpino; ieri si è ben visto al Miage, dove verso la fronte si stanno formando diversi laghi glaciali, in continuo cambiamento sia per il luogo che per il numero”.
Forte dei cambiamenti che stanno subendo i ghiacciai, si accendono i riflettori sul tema dei mutamenti climatici in montagna. Le misure effettuate ieri dai glaciologi con tecnologie ad alta precisione, mostrano come “il cambiamento morfologico della superficie è stato così consistente e rapido da rendere impossibile la misura nello stesso punto a distanza di un anno” ha detto Marco Giardino, professore universitario e segretario generale del Comitato Glaciologico Italiano, accompagnato dal collega Giovanni Leonelli.
Quello preso in considerazioni in Valle d’Aosta è un ghiacciaio “himalaiano” che copre un dislivello altimetrico che va dalla cima del Monte Bianco fino alla Val Veny. Rispetto al passato in cui il risultava di colore bianco, ora il ghiacciaio è classificabile come “nero”; ciò è successo a causa dei detriti rocciosi che, con lo scioglimento, sono stati trasportati e si sono accumulati. È preoccupante scoprire poi, che la mancanza del sostegno dato dalla massa glaciale alle morene ha provocato l’apertura di una trincea e l’abbassamento del lato intero superiore ai sei metri rispetto allo scorso anno: la morena destra è sempre più instabile.
C’è poi da dire che il Miage non è un ghiacciaio che arretra la propria fronte ma collassa. Spiega, visivamente preoccupata, la vicepresidente di Legambiente Valle d’Aosta Alessandra Piccioni, che il ghiacciaio è plastico e che negli ultimi 30 anni la superficie è sprofondata addirittura di un metro all’anno; inoltre, la falesia glaciale che in passato incombeva sul lago è arretrata di 10 metri, tanto che la conca del lago ora è vuota e si sta approfondendo e spostando verso valle.
Le rilevazioni effettuate sui ghiacciai sono importanti perché permettono di avere dati concreti e misurati e non solo una percezione del cambiamento. Marco Giardino dice :“Le tendenze ricostruite ci permettono di modellizzare la trasformazione glaciale in funzione del cambiamento climatico, una condizione indispensabile per intervenire nella mitigazione dei pericoli in modo efficace”.
La Carovana alla scoperta di alcuni dei più bei ghiacciai dell’arco alpino prosegue, il prossimo appuntamento sarà dal 19 al 22 agosto 2020 nei ghiacciai del Monte Rosa. Per maggiori informazioni: La Carovana dei Ghiacciai.
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Ma lo fanno o lo sono ? I ghiacciai da milioni di anni avanzano ed arretrano secondo cicli climatici millenari. Ci mancava Lega ambiente con le sue panzane.
Sta a vedere che quattro umani cambiaranno certe dinamiche terrestri magari con le auto elettriche.
Serieta’ please.
Il problema rimane comunque, anche per chi nega l’emergenza climatica: senza ghiacciai siamo senza acqua.