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Marco Rodoz, un artigiano “su due ruote”

Per il secondo anno a Sant’Orso, l'artigiano di Montjovet Marco Rodoz è tra i più giovani espositori presenti alla Fiera. Falegname in inverno, nel suo atelier di Chenal, e guida cicloturistica in estate.
Società

 

In inverno trascorre le giornate nel suo atelier, un garage a due passi da casa. A Chenal, sulla collina di Montjovet, l’artigiano Marco Rodoz si prepara per la Fiera di Sant’Orso creando oggetti e complementi di arredo in legno.

Questo è il secondo anno che partecipo a Sant’Orso” racconta Marco, che con i suoi 27 anni di età è tra i più giovani espositori. “Potevo entrare nell’Atelier des Métiers, ma ho preferito rimanere fuori per respirare, almeno per i primi anni, l’aria della Fiera”. Il suo banchetto, il numero 467, sarà infatti in via de Tillier. Oltre a ciotole tornite, grolle e galletti, l’artigiano porterà con sé una giostrina per culla. Nata da “un’idea per un amico”, con il passare del tempo la giostrina è rimasta “tra gli oggetti che incuriosiscono di più”.

L’avvicinamento al mondo dell’artigianato: “Ho sempre guardato mio padre quando faceva le sue piccole opere in legno”

Marco Rodoz muove i primi passi nel mondo dell’artigianato in famiglia. Attento osservatore, dice “ho sempre guardato mio padre quando faceva le sue piccole opere in legno”. Dopo le scuole medie, sceglie di proseguire gli studi al Don Bosco di Châtillon dove consegue il diploma di falegnameria. “Ho pensato di cominciare il percorso di studi da falegname perché dava maggiore certezza di avere un lavoro” commenta. Dopo il diploma e una serie di lavoretti, Marco Rodoz porta a termine anche l’esperienza da apprendista falegname.

“Terminata l’esperienza da apprendista, ho deciso di avviare un’attività per conto mio. Perciò – due anni fa – nella primavera del 2023, ho aperto la Partita Iva con l’aiuto dell’Ivat (l’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition, ndr.)”. Nei primi mesi del 2023, Marco Rodoz segue un percorso gratuito organizzato dall’Ivat presso la sede di Aosta. Una serie di incontri individuali durante i quali “mi hanno spiegato come fare un business plan, una linea di prezzi, un piano di comunicazione, eccetera”.

Tecniche di lavorazione e materiali

“Mi occupo principalmente di oggettistica e piccola mobilia. In più, eseguo opere di manutenzione e piccola falegnameria. Quando mi capita di fare lavori più grossi, mi appoggio a falegnami o artigiani dei dintorni. Vale anche nel senso contrario” spiega Marco sottolineando l’importanza di fare rete e aiutarsi a vicenda. “Collaboro molto con altri artigiani della zona”.

I suoi strumenti popolano l’atelier: tornio, troncatrice, pialla a filo e spessore e svariate tipologie di seghe (a nastro, circolare, eccetera). “Utilizzo principalmente tecniche di lavorazione e macchinari tradizionali”. Lavora soprattutto legni valdostani, con cui crea gli oggetti da conferire ai punti vendita dell’Ivat: noce, rovere, larice e faggio. Al contrario, per i suoi clienti utilizza anche materiali differenti in base alla commessa.

Oltre all’artigianato, la passione per la bicicletta

“In concomitanza con l’apertura della Partita Iva, sono diventato guida cicloturistica” rivela Marco Rodoz che riesce a conciliare le sue due grandi passioni: l’artigianato e il ciclismo. “In estate privilegio l’attività da guida, mentre in inverno quella da falegname”. Durante la stagione estiva, faccio delle lezioni e accompagno le persone a fare tour, anche di più giorni, in bici principalmente in Bassa Valle e nella zona di Aosta”.

Due mondi che coesistono anche nel suo logo. Una doppia coda di rondine – elemento decorativo molto utilizzato – con all’interno numerose linee che possono rappresentare sia le venature del legno, sia le curve di livello delle cartine geografiche.

Tra le sue passioni c’è anche la musica. In passato, ha suonato il sassofono nella Filarmonica di Montjovet, mentre da qualche anno si è avvicinato al canto entrando a far parte del coro di Brusson Joie de Chanter”.

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