Più pagine della vita di Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e di Maria José – morto a Ginevra nella mattinata di oggi, sabato 3 febbraio, a pochi giorni dagli 87 anni – sono trascorse in Valle d’Aosta. Ce n’è una, tuttavia, che non è esagerato definire significativa nella vita del Duca di Savoia e Principe di Napoli (dov’era nato il 12 febbraio 1937).
Risale al 1943, quando all’età di 6 anni, Vittorio Emanuele su ordine del re lasciò Roma con la madre Maria José e le tre sorelle. La famiglia del sovrano raggiunse Sant’Anna di Valdieri in Piemonte. L’allontanamento viene letto dagli storici come un tentativo di mettere al riparo il futuro principe ereditario da operazioni di cattura tedesche.
Figli e consorte di Umberto II si trasferirono poi, per motivi di sicurezza, al castello di Sarre, dimora di caccia e casa di villeggiatura dei Savoia. Nel paese alle porte di Aosta, più di un anziano serba ricordi della giovane regina in visita. La sera dell’8 settembre 1943, con l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, la famiglia ricevette l’ordine di partire per la Svizzera. Vittorio Emanuele e le sorelle poterono tornare a Roma solo dopo la seconda guerra mondiale.
La storia fece il suo corso e, con l’abdicazione del nonno il 9 maggio 1946, Vittorio Emanuele divenne principe ereditario. Il 5 giugno, poco dopo le votazioni per il referendum istituzionale sulla scelta della forma di Stato, Umberto II ordinò nuovamente a Maria José di lasciare l’Italia con i figli, in modo da attendere i risultati al riparo da rischi per le loro vite.
Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 1946, il Governo conferì i poteri di capo provvisorio dello Stato al presidente del Consiglio. Umberto, giudicando “rivoluzionario” il gesto (non erano ancora proclamati i risultati definitivi della consultazione, attesi per il 18 giugno), decise di lasciare l’Italia, con la volontà di evitare ulteriori spargimenti di sangue.
In vigore dal 1° gennaio 1948, la Costituzione della Repubblica stabilì per gli ex-sovrani, le loro consorti e i discendenti maschi di casa Savoia il divieto di ingresso e di soggiorno nel territorio nazionale. L’esilio si concluse alla fine del 2002. Nel periodo di lontananza dal nostro Paese, Vittorio Emanuele svolse l’attività di intermediario finanziario, vivendo a Ginevra. E’ stato anche al centro di procedimenti giudiziari, come quello sull’omicidio del giovane Dirk Hamer, in Corsica, nel 1978 e per l’inchiesta del pm Woodcock su “Vallettopoli”, con accuse di corruzione (venendo assolto in entrambi).
Marito di Marina Doria, da cui nel 1972 ha avuto il figlio Emanuele Filiberto di Savoia (che ancora di recente è stato in Valle, per iniziative di carattere benefico), proprio Vittorio Emanuele ha effettuato, durante l’esilio, il riordino degli ordini dinastici di casa Savoia (presenti nella regione e attivi nel sociale e nella solidarietà).
Altre curiosità in cui ritorna la Valle d’Aosta sono legate alla presenza, assieme alla consorte, all’inaugurazione di una mostra su casa Savoia a Verrès nel 2011, nonché all’80esimo compleanno del figlio del re, quando la torta per la ricorrenza fu preparata da un maestro pasticcere di Pont-Saint-Martin.
3 risposte
Ripperoni
Ce ne faremo una ragione
Pace all’anima sua