Nessun candidato alla presidenza dei cacciatori valdostani

Ieri, venerdì 23 settembre, scadeva infatti il termine per candidarsi alle nuove elezioni che dovrebbero svolgersi domenica 30 ottobre. La guida del Comitato caccia, per il momento, rimarrà ancora nella mani del commissario straordinario, Paolo Oreiller.
Società

Nessun candidato, nessun presidente: la guida del Comitato regionale per l’attività venatoria rimarrà ancora nella mani del commissario straordinario nominato dalla Giunta regionale, Paolo Oreiller, responsabile della Direzione Flora, fauna, caccia e pesca, dell’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali. Ieri, venerdì 23 settembre, scadeva infatti il termine per candidarsi alle nuove elezioni che dovrebbero svolgersi domenica 30 ottobre, nei seggi istituiti in ognuna delle otto circoscrizioni presenti in Valle d’Aosta. Il condizionale è d’obbligo perché senza un candidato alla presidenza, la votazione stessa è in forte dubbio.

Ma non è solo un potenziale presidente, a mancare: anche per alcune circoscrizioni – 1 (Valdigne), 2 (Grand Paradis), 3 (Grand Combin e Aosta) , 6 (Evançon) e 7 (Pont-Saint- Martin, Fontainemore e Champorcher) – non ci sono disponibilità a far parte del Comitato, mentre si sono fatti avanti Valter Gyppaz della sezione di Pollein, per la circoscrizione 4 (Mont Emilius); Daniele Maquignaz della sezione di Valtournenche, per la 5 (Marmore) e Paolo Biava di Gressoney-Saint-Jean per la 8 (Walser). Completano il quadro i candidati a rappresentanti per i cacciatori di galliformi e lepri, rispettivamente Renzo Parrini di Pont-Saint-Martin e Fabio Platania di Gressan.

 

Ma come si è arrivati alla situazione attuale? Oreiller è stato nominato Commissario straordinario a giugno dalla Giunta regionale, che gli ha conferito i poteri spettanti al Consiglio di amministrazione, al Comitato esecutivo, al Consiglio venatorio e al Presidente del Comitato regionale per la gestione venatoria, per fare fronte al vuoto lasciato da Jean-Claude Soro e i presidenti di tutte le circoscrizioni regionali, dimessi a maggio dal Comitato. La decisione era arrivata dopo un mese dalla mozione di sfiducia nei confronti del presidente Soro dopo la revisione del Piano faunistico che non ha messo d'accordo la maggioranza del mondo dei cacciatori.

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