Quando la tratta ferroviaria Aosta – Ivrea riaprirà nel dicembre 2026 i valdostani si troveranno davanti a un servizio migliorato. E’ la promessa che fanno oggi Regione e Trenitalia. I nuovi treni Stadler rossi che circoleranno sulla linea – sei acquistati dalla Valle d’Aosta e tre cofinanziati da Trenitalia – avranno 120 posti in più (da 236 posti a sedere a 450 posti), superando i problemi di sovraffollamento del passato, soprattutto sulla tratta piemontese. Con salita a raso, i nuovi mezzi avranno sedili in ecopelle, wi-fi e servizio di conta-persone. Avranno, inoltre, due postazioni per il trasporto delle bici elettriche, in aggiunta a quelle tradizionali.
Ma non è solo nei mezzi – 14 in totale quelli in funzione a dicembre 2026, considerando i 5 bimodali – che il servizio migliorerà. La gara vinta da Trenitalia prevede investimenti per 30 milioni di euro, di cui 26,5 destinati all’acquisto di nuovi treni. A presentarli oggi è stata Maria Annunziata Giaconia, Responsabile Business Regionale di Trenitalia. “Uno degli elementi che ci ha permesso di ottenere punteggio nel bando è stata l’introduzione di innovazioni nel servizio: abbiamo proposto di essere presenti a bordo con informazioni aggiornate su coincidenze, fermate e stazioni, valorizzando l’esperienza del viaggio. In prospettiva, vogliamo guardare oltre: l’elettrificazione sarà una tappa, ma già ora possiamo offrire ai passeggeri accesso al nostro portale di contenuti multimediali, con video, serie e informazioni utili per scoprire il territorio. È una proposta unica, in grado di unire intrattenimento e valorizzazione turistica”. Altre novità riguardano l’introduzione del biglietto digitale, disponibile sia online sia in biglietteria. La nuova offerta prevede inoltre assistenza digitale, videosorveglianza e dispositivi di sicurezza a bordo. “Vogliamo che chi viaggia si senta accolto e informato, dal momento della prenotazione fino all’arrivo.”
Treni più comodi, ma per avere anche treni più veloci e con la garanzia di arrivare a destinazione bisognerà lavorare sulla questione del raddoppio della linea.
“Il tema vero è la capacità della linea, che non riguarda tanto il tratto valdostano. – evidenzia l’Assessore regionale ai trasporti Luigi Bertschy – Qui in Valle d’Aosta il problema non è rilevante, ma riguarda “quel poco che c’è” intorno a Chivasso e non solo, anche in direzione di Milano, Torino e – per certi versi – verso la zona di Genova. Ed è lì che si concentra il nostro impegno in un altro tavolo tecnico, che abbiamo attivato insieme all’amministratore delegato di Rfi e all’Assessore Gabusi sugli investimenti del futuro per raddoppiare la linea in alcuni tratti, in particolare fra Chivasso e Ivrea, ma anche nel tratto valdostano se ce la faremo, per permettere una maggiore capacità di transito dei treni. Questa è la vera sfida per il futuro. Perché altrimenti possiamo anche avere i soldi, possiamo anche avere i treni, ma poi i treni che possono circolare sono comunque pochi. “
Nel frattempo per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico – l’avvento del servizio sostitutivo ha visto una diminuzione dei passeggeri dai 4000 circa pre covid fra Aosta e Ivrea ai 2600 dell’attuale servizio – l’Assessorato punta sul biglietto unico, lanciato oggi e su nuovi prodotti in arrivo.
“Fino ad oggi il sistema ferroviario valdostano ha sempre funzionato in modo differenziato rispetto al resto del Paese. – prosegue l’Assessore – La mancanza di elettrificazione ci impediva di usare lo stesso materiale rotabile in uso altrove. Di fatto, chi partiva da altre regioni non poteva arrivare fino a qui con i propri convogli. Il servizio ferroviario in ingresso era limitato. Noi potevamo far partire treni verso l’esterno, ma non potevamo accoglierne in arrivo. Con l’infrastruttura attuale, questo limite è stato superato. Ora anche i treni elettrici provenienti da fuori possono entrare in Valle d’Aosta, a condizione che ci siano operatori disposti a coprire i costi”
Chi utilizza oggi il servizio sostitutivo si dichiara, nelle indagini condotte da Regione e Trenitalia, soddisfatto.
Nella costruzione del servizio, ricorda Laura Obert dirigente della struttura servizi ferroviari, “un elemento importante è stato il coinvolgimento diretto dei cittadini: abbiamo aperto una sezione dedicata sul portale della Regione, attraverso cui era possibile segnalare suggerimenti e richieste. In moltissimi casi sono arrivate osservazioni positive che ci hanno permesso di migliorare ulteriormente il servizio. Il piano di esercizio è stato aggiornato ben 12 volte, proprio per affinare gli orari e rispondere alle diverse esigenze dell’utenza”.
A gennaio, all’inizio del servizio sostitutivo, erano attivi 84 autobus per 67 corse giornaliere nei giorni feriali. Oggi sono circa 100 i mezzi in circolazione, “con un numero di corse molto più alto”. Sono in particolare aumentate le corse in autostrada con l’obiettivo di decongestionare la Statale e di garantire una maggiore sicurezza. “Questo ha reso i tempi di percorrenza più simili a quelli del treno” prosegue Obert. Attualmente, secondo i dati della Regione, sono 60 mila i passeggeri medi al mese, con una media di 27 utenti per corsa e un tasso di riempimento del 41%.
Una risposta
I miei sinceri complimenti per come è stato gestito il servizio sostitutivo. In parallelo sono riprese le corse dirette su Torino con DB Arriva che pur essendo meno frequenti del treno, hanno tempi di percorrenza veramente eccellenti stando sotto le due ore e con una ottima qualità di viaggio a costi poco più alti del treno.