Gli avvocati valdostani in sostegno della collega iraniana Sotoudeh

Si è tenuta oggi, martedì 7 novembre, dinanzi a Palazzo regionale, la protesta indetta da Ordine e Comitato Pari Opportunità a seguito del nuovo arresto dell’avvocata iraniana. La presidente Roullet: “Ricordare che il nostro lavoro è a difesa della libertà”.
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In silenzio, con indosso la toga simbolo del loro mestiere, in piedi dinanzi al Tribunale di Aosta. E’ andata in scena oggi, martedì 7 novembre, la protesta degli avvocati valdostani per il nuovo arresto della collega iraniana Nasrin Sotoudeh. Nel folto gruppo di legali partecipanti, alcuni tenevano in mano l’immagine della collega, fermata mentre partecipava ai funerali della giovane Armita Geravand, la ragazza di soli 16 anni morta il 28 ottobre scorso, dopo una lunga agonia.

L’iniziativa era organizzata, in coesione con le istituzioni forensi nazionali ed europee, dall’Ordine degli avvocati e dal Comitato pari opportunità degli avvocati di Aosta. “E’ un piccolo gesto – ha detto, a conclusione della protesta, l’avvocata Maria Paola Roullet, presidente del Consiglio dell’Ordine – che può essere importante anche per la libertà. Dobbiamo ricordare che il nostro lavoro è a difesa della libertà. Dobbiamo improntare il nostro comportamento a battaglie alte, non solo vederci come operatori commerciali”.

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La protesta dinanzi al Tribunale di Aosta.

“Noi siamo fortunati – le ha fatto eco la presidentessa del Comitato Pari Opportunità, l’avvocata Roberta Francorsi – possiamo parlare di diritto. In alcuni posti non lo possono fare. Dobbiamo dare voce a chi voce non ha”. Sotoudeh è stata picchiata e condotta nello stesso centro di detenzione dove fu portata la ventiduenne curda Masha Amini, morta a seguito delle torture e percosse subite dalla “polizia morale”, che l’aveva arrestata il 13 settembre 2022, proprio per non aver indossato in modo consono l’hijab.

L’avvocata Nasrin Sotoudeh, da sempre impegnata nella difesa delle donne e dei bambini vittime di violenze domestiche, di molti attivisti e giornalisti iraniani e della libertà delle donne di scegliere se indossare il velo, ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale per il suo indefesso impegno per la difesa dei diritti umani.

Nell’annunciare la protesta di oggi, gli avvocati valdostani avevano espresso “la più ferrea condanna per la violenta repressione in atto in Iran”, chiedendo “l’immediato rilascio della collega Nasrin Sotoudeh, ricordando come da sempre l’Avvocatura è a difesa dei diritti umani e contro ogni forma di regime totalitario”. Oltre all’avvocata iraniana, la manifestazione odierna era in sostegno di tutti i colleghi minacciati per aver difeso i diritti umani e la cessazione di ogni forma di violazione dei diritti fondamentali.

Una risposta

  1. Le manifestazioni servono e si fanno se sono dirette ad un interlocutore che può ascoltare i motivi della protesta. Manifestare in un luogo che nulla ha a che vedere con le ragioni, pur condivisibili, del dissenso, è assolutamente inutile e non può produrre effetti. I responsabili delle condotte che si intende censurare, molto probabilmente, non verranno neanche a sapere che c’è stata una protesta contro di loro e, comunque, la cosa non li turberà. Avrebbe avuto certamente più senso andare a protestare davanti alla sede diplomatica dello stato responsabile dei fatti oggetto della protesta.

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