Ordine degli Psicologi, un “doppio binario” di eventi per il 2019

18 Febbraio 2019

“Quest’anno festeggiamo trent’anni dalla costituzione della professione di psicologo, un momento cruciale perché arriviamo all’approvazione della Legge Lorenzin che ci ha riconosciuti professione sanitaria a tutti gli effetti. Un passaggio per noi molto importante, che ci dà una capacità maggiore di essere presenti nel Sistema sanitario”.

È soddisfatto Alessandro Trento, il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Valle d’Aosta, che approfitta dell’occasione anche per tirare un piccolo bilancio della professione: “Non c’è sempre chiarezza su cosa fa lo psicologo e sui principi sui quali interviene – spiega -, che non coincide solo con la malattia mentale, ma permette di rispondere sulla salute intesa come principio più generale”.

Anche perché, prosegue Trento: “La sanità non finisce dove finisce il pubblico, e noi abbiamo circa 220 iscritti all’Ordine in Valle, un numero piuttosto elevato se contiamo che ci sono 105mila psicologi in Italia, anche se qui solo il 50% scarso esercita la professione, circa un centinaio, mentre gli altri fanno altri lavori”.

Un “doppio binario” per gli eventi 2019

L’occasione è anche buona per mettere in luce gli eventi che l’Ordine organizza, in continuità con gli scorsi anni, ma che quest’anno andranno in due direzioni precise.

“Abbiamo promosso, negli anni, diverse conferenze aperte alla popolazione – spiega ancora Trento -. Per il 2019 proporremo delle iniziative sul tema delicato della salute mentale, una riflessione prettamente ancorata al territorio valdostano. Dall’altra parte abbiamo deciso di dare il via ad alcune campagne promozionali della nostra figura professionale”.

Campagne che, stando al Presidente, si rendono necessarie: “In alcune zone più montane – aggiunge – c’è ancora una certa difficoltà di accesso alla figura dello psicologo, soprattutto per lavorare sulla prevenzione del disagio. C’è una certa ‘curiosità per la professione’ ma anche una presa di distanza. Ad esempio recentemente ho sentito dire che gli psicologi non servono per traslochi ma servono i traslocatori, ma questo non corrisponde al vero. Anzi, il trasloco è una delle cause più frequenti di stress”.

Una serie di incontri che nascono anche per scardinare un assioma, che più che altro è uno stereotipo vero e proprio, ovvero che chi va dallo psicologo ha, fondamentalmente problemi mentali: “Alcuni psicologi – spiega Trento – fanno parte del Servizio Sanitario nazionale e regionale, altri fanno sanità privatamente e si collabora con scuola, terzo settore e imprese”.

Ma non solo: “Ci sono anche molti ‘ambiti emergenti’ nella nostra professione – chiude il Presidente -, come il filone che si occupa di turismo, traffico e pianificazione del territorio e per capire quanto gli spazi possano influire sulla salute, offrendo consulenze a 360° sulla vita quotidiana lavorando più che altro sulle cause dei problemi”.

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