Prende contorni più oscuri la chiusura di 24 ore del reparto di Rianimazione dell’Ospedale “Parini” di Aosta, comunicata ieri in serata per – scriveva la Direzione Sanitaria – “sopravvenute esigenze di pulizia e sanificazione straordinaria” e che derivava dalla “necessità di garantire all’interno delle rianimazione le migliori condizioni igienico – sanitarie possibili per la tipologia dei pazienti di rianimazione (clinicamente molto complessi e particolarmente a rischio di infezioni da parte di molti microrganismi assolutamente innocui per persone sane)”.
Una chiusura improvvisa di un reparto-chiave dell’Ospedale, soprattutto in un momento in cui è ancora atteso il picco di pazienti dovuti all’influenza, e con una stagione invernale sciistica e turistica ancora al suo apice.
Fonti interne alla struttura parlano di alcuni casi di pazienti risultati positivi all’Aspergillus, un fungo “ubiquitario” che – non in tutte le sue specie – può essere causa della aspergillosi, infezione polmonare non particolarmente pericolosa per i soggetti con normali difese immunitarie, il cui rischio diventa serio nei pazienti con gravi deficit di capacità immunitaria, i cosiddetti immunodepressi. Casi che erano stati segnalati alcuni giorni fa alla Direzione generale dell’Usl che ieri ha messo in campo la drastica misura.
Contaminazione, questa, non rara negli ambienti “indoor” e che può colpire attraverso gli impianti d’aerazione.
Voci che non trovano conferma nella Direzione generale, che parla di “anomalie”: “Abbiamo fatto questo intervento a 360 gradi – ha spiegato il Direttore generale Usl Igor Rubbo – perché sono state rilevate delle anomalie dal punto di vista ambientale e che possono provenire dappertutto: da un vettore esterno, come da alcune apparecchiature. Essendo però aeriforme si è preferito intervenire nell’immediato, siamo partiti questa notte e domani avremo finito. Non so quali siano le cause, si stanno facendo ancora le verifiche”.
