Per un intestino vigile e tollerante

La ricerca scientifica evidenzia l’utilità di alcune specie botaniche già note alle medicine tradizionali e di specifiche sostanze funzionali come che favoriscono il mantenimento e il recupero dell’integrità della mucosa intestinale.
Agrimonia eupatoria
Società

Diversi fattori danneggiano la parete intestinale, compromettendo la sua funzione di barriera tra lume viscerale e circolo sanguigno e rendendola permeabile al passaggio di residui alimentari e batteri. Da queste condizioni derivano sia disturbi locali, sia compromissioni che interessano l’intero organismo, come le intolleranze alimentari ad altre problematiche complesse.
La ricerca scientifica evidenzia l’utilità di alcune specie botaniche già note alle medicine tradizionali (come Baobab, Agrimonia e i frutti di Amla, Haritaki e Bhibitaki) e di specifiche sostanze funzionali come Zinco e carnosina, che favoriscono il mantenimento e il recupero dell’integrità della mucosa intestinale.


Se fosse completamente distesa, la parete dell’intestino coprirebbe 300 metri quadrati. Quest’ampia superficie, in costante contatto con gli alimenti progressivamente trasformati e assimilati, con gli enzimi della digestione e, nell’ultimo tratto, con decine di migliaia di miliardi di microrganismi che interagiscono con le pareti intestinali, è una vera e propria barriera di confine, che seleziona quanto di ciò che transita nel lume viscerale può passare nel circolo sanguigno.

Diversi fattori possono concorrere a danneggiare lo strato di cellule che pavimenta l’intestino, rendendolo via via più poroso e permeabile ai residui alimentari e ai batteri. Il loro passaggio oltre “frontiera” attiva un allarme del sistema immunitario locale, che favorisce l’insorgenza d’infiammazioni locali di lieve entità e breve durata, ma spesso anche di squilibri severi con tendenza cronica che, amplificandosi, investono l’intero organismo.

È riconosciuto che l’aumento della permeabilità intestinale costituisce un fattore scatenante o aggravante di numerosi disturbi e patologie, come le intolleranze alimentari, che interessano il 20% della popolazione dei paesi occidentali e altre infiammazioni intestinali, come quelle comunemente definite, seppur in modo improprio, “coliti” (IBS – Irritable Bowel Syndrome) e altre più severe come le IBD (Inflammatory Bowel Diseases, es. colite ulcerosa, morbo di Crohn).

Osservazioni cliniche evidenziano che l’aumento della permeabilità intestinale gioca un ruolo favorente anche in patologie non specificatamente intestinali, come alcune malattie autoimmuni (spondilite anchilosante, artrite reumatoide, sclerosi multipla), l’asma, la sindrome di fatica cronica (CFS), la fibromialgia, problematiche dermatologiche (eczema atopico, psoriasi), disfunzioni epatiche, il diabete e gli stress ossidativi cerebrali.

Recenti ricerche documentano il ruolo che specifiche piante e alcune sostanze funzionali possono esercitare nel mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale e nella riduzione della sua permeabilità.
Tra le specie botaniche, il frutto di Baobab (Adansonia digitata), recentemente accettato come “novel food”, è da sempre apprezzato in Africa, in qualità sia di alimento, sia di rimedio della medicina tradizionale, che lo consiglia come antidiarroico e febbrifugo nel trattamento dei disturbi intestinali infantili e delle enteriti. Unisce alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie una ricchezza di micronutrienti e fibre alimentari con attività prebiotica, utile a favorire il reimpianto e la crescita delle popolazioni di lattobacilli intestinali. Non meno trascurabile è la sua azione protettiva delle mucose, sulle quali forma un gel con effetto barriera, interagendo con lo strato di muco che ricopre l’epitelio intestinale.

In ambito europeo si evidenzia Agrimonia (Agrimonia eupatoria), pianta erbacea diffusa e utilizzata nelle nostre campagne, di cui si utilizza l’intera parte aerea. Vanta un’antica storia nella medicina popolare e in quella eclettica come risolutiva per i disturbi intestinali ed epatici e per le infiammazioni delle mucose. Studi moderni ne confermano l’ampio spettro di attività, orientate all’intestino, ma anche alle vie genitourinarie, spesso coinvolte nelle problematiche intestinali: è antiossidante, antinfiammatoria e spasmolitica della muscolatura viscerale, antisettica e riequilibrante della flora batterica.

Dall’oriente si segnala Triphala, nome sanscrito di un’importante preparazione ayurvedica, composta dalla polpa di tre frutti: Amla (Phyllanthus emblica), Haritaki (Terminalia chebula) e Bhibitaki (Terminalia bellirica). Numerose ricerche si sono occupate dei singoli componenti e dell’insieme di questo rimedio, che la medicina tradizionale indiana indica come tonico, regolatore delle funzioni digestive e drenante intestinale.

La ricerca scientifica conferma la sua azione immunomodulante e antistress, apprezzandolo in particolare come armonizzante del processo digestivo: è un drenante epatobiliare e un protettivo pancreatico, regolatore della flora simbionte e batteriostatico (anche nei confronti di Helicobacter pylori), che corregge le secrezioni e la motilità gastroenteriche.A livello espressamente intestinale svolge un’attività protettiva complessa e articolata: stimola la rigenerazione delle mucose danneggiate e la secrezione di mucina, protegge l’epitelio da ossidanti e radicali liberi, inibisce i microrganismi patogeni e le tossine e previene i processi mutageni.

Fra i micronutrienti di origine non vegetale che contribuiscono efficacemente alla conservazione dell’integrità della parete intestinale si distinguono lo Zinco e la carnosina.Il primo è un metallo noto per la protezione delle mucose. Studi aggiornati ne evidenziano il ruolo come stimolatore della crescita e della riparazione dei tessuti, come potenziatore dell’attività antiossidante e antiradicalica, come stabilizzatore della flora batterica intestinale e inibitore di microrganismi patogeni (es. Escherichia coli).

La carnosina è un composto prodotto dall’organismo stesso, presente soprattutto nella muscolatura scheletrica, dove tampona l’acido lattico e svolge attività antiossidante. Si distingue inoltre come inibitrice di dannose reazioni tra zuccheri e proteine, responsabili dei processi d’invecchiamento e degenerazione cellulare. Nell’intestino, in particolare, impedisce la produzione alcune sostanze favorenti l’infiammazione e induce la sintesi di fattori di protezione tessutale, contrastando i processi degenerativi.

 

Lina Suglia Erborista, Fitopreparatore, Consulente aziendale

 

Per questo articolo si ringrazia:

la società Fitomedical snc – info@fitomedical.com, www.fitomedical.com

il distributore esclusivo dei prodotti Fitomedical in Valle d’Aosta – Farmacia dott. Nicola, Aosta www.dottornicola.it/

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